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Percorsi ciclabili bocciati al test-drive

Roma, piste ciclabili

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Un anno fa la qualità delle piste ciclopedonabili non superava i test dei ciclisti. A un anno di distanza poco o nulla è cambiato. Delle quindici piste giudicate peggiori nel 2010, solo una, quella del Foro Italico, ha dato lievi segni di miglioramento. Nel complesso l'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale boccia i percorsi. Tra le problematiche più frequenti la mancanza di segnaletica (oppure è errata), pali della luce e cartelli stradalli in mezzo alle corsie, degrado, tratti interroti, attraversamenti non a norma, sicurezza che lascia a desiderare. Di fatto, l'Agenzia, grazie alla collaborazione del lavoro dei Ciclomobilisti, ha messo nero su bianco i problemi che qualsiasi sportivo può constatare ogni giorno. Da evidenziare che quest'anno non hanno superato le prove dell'Agenzia anche alcune piste costruite nel 2011. Da gennaio scorso sono stati realizzati dodici nuovi percorsi. Uno a Gregorio XI, uno a Casal Palocco, quattro a Laurentina, quattro a Mezzocamino e uno a Trigoria. Su un punteggio che va da zero a cento, tocca il fondo della classifica la pista in via Canale della Lingua: 41 punti. Se ha superato le prove alla voci «fondo stradale», «protezione dei ciclisti», «intralci» e «visibilità», i tecnici l'hanno bocciata per accessibilità, segnaletica e sicurezza complessiva. Sempre meglio, si fa per dire, della peggior pista della Capitale che ha guadagnato ben 26 punti: la Oxford. La migliore, invece, con 75 punti, è la ciclabile che da Laurentina porta a Marconi. Il monitoraggio dell'Agenzia, da una parte ha messo in evidenza le problematiche, dall'altra ha proposto delle soluzioni e tracciato la strada che l'amministrazione dovrebbe percorrere. Per prima cosa, scrivono i tecnici, bisogna subito fare il possibile per risolvere criticità quali l'intralcio delle auto sulle corsie o la sicurezza in prossimità della fermata di un autobus. Poi c'è bisogno di realizzare una vera rete di piste congiungendole con i necessari raccordi e definendo, tramite i mobolity manager aziendali, le scuole e le università. Terzo punto, dare maggiori informazioni sui ciclisti. Quarto, migliorare statistiche e monitoraggi per dare agli amministratori la possibilità di capire se gli investimenti vanno nella direzione giusta. Organizzare, poi, una mobilità integrata e intermodalità tra le bici e il trasporto pubblico (ciò potrà essere possibile anche con la nuova gestione del bike sharing). Sesto, il coinvolgimento dei bambini per facilitare un cambiamento culturale e psicologico sviluppando i progetti già avviati in alcune scuole elementari e medie della Capitale. Dall'Agenzia spiegano anche che è arrivato il momento di dare una svolta al lavoro di manutenzione delle piste, con interventi tempestivi (in merito l'assessorato all'Ambiente ha stanziato 500 mila euro per lavori di questo genere) e ascoltando le segnalazioni dei ciclisti. Ottava indicazione: rendere gli attreversamenti stradali sicuri. Nona: cambiare i regolamenti per favorire la mobilità ciclabile. Infine, decimo consiglio all'amministrazione, considerare la bici come risorsa turistica a beneficio dei visitatori, sia per gli spostamenti per raggiungere i luoghi di interesse, sia soprattutto per estendere le destinazioni turistiche ad alcuni itinerari ciclabili di grande interesse ambientale, paesaggistico, storico e architettonico. In realtà un regolamento del Campidoglio in merito è pronto a essere attuato. È il Piano quadro della ciclabilità, un documento che ha trovato l'ok della Giunta lo scorso agosto e che, dopo una consultazione con i Municipi per i dettagli, dovrà iniziare a germoliare. Nei fatti il piano dovrebbe portare a quasi 1000 i chilometri percorribili in bici (oggi sono 130 circa) per un investimento complessivo pari a 43 milioni di euro. Ma anche su questo documento l'Agenzia ha dovuto fare un'annotazione: «Ad un primo esame questo nuovo Piano appare trascurare per certi versi gli aspetti più prettamenti gestionali, informativi e manutentivi, che l'Agenzia aveva evidenziato come elementi maggiormente critici rispetto alla fruibilità e la sicurezza delle piste già realizzate».  

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