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La Regione taglia i partiti e poi nomina nuovi Cda

Regione Lazio

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Tagliare i costi della politica. È questo il diktat di tutte le istituzioni locali, un po' per bilancio un po' per dare un segnale ai cittadini che anche i politici possono sacrificarsi. Ma è davvero così? Non sempre. Mentre il consiglio regionale si dibatteva nella vicenda paradossale dell'eliminazione dei monogruppi, previsti dalla legge, si procedeva con le nomine dei nuovi consigli di amministrazione delle aziende e delle società regionali. Curioso come una parte di consiglieri si sia scagliata contro i monogruppi proprio in virtù del taglio dei costi della politica e in nome del quale si poteva venir meno al principio democratico secondo cui la legge non può essere retroattiva, e abbia invece taciuto non solo su molte nomine incompatibili ma sull'aumento delle stesse. Sarà perché la spartizione delle poltrone conta di più. Così poco importa se all'Astral è spuntato un amministratore delegato che prima non c'era con una spesa di almeno 200mila euro all'anno nuova di zecca. Ma quello che colpisce davvero è la vicenda dell'Arsial. L'azienda regionale per lo sviluppo agricolo ha sempre avuto solo un presidente e un direttore generale. Improvvisamente ci si è accorti che l'agenzia necessita di un consiglio di amministrazione. Sei membri più il presidente. Freschi di nomina, resta da definire il compenso che, in genere, è di circa 1.000-1.500 euro al mese ciascuno. Per fare cosa, di preciso, lo scopriremo probabilmente nei prossimi mesi. Tutto questo poi avviene in un momento in cui la Regione, in tempo di crisi, ha deciso di dimezzare il bilancio dell'Arsial e all'interno dell'azienda, di circa 200 dipendenti, è stato già operato un taglio di stipendio del 30%. Tra questi molti sono precari da molti anni e percepiscono una busta paga che sarebbe, a conti fatti, la metà dell'obolo concesso ai 6 consiglieri di amministrazione. Tagliare i costi della politica certamente si può. Occorrerebbe tuttavia non solo spendere meno sulla rappresentanza democratica del territorio e dei cittadini ma soprattutto non aumentare le spese. Inserire nuove figure dirigenziali all'interno delle già provate aziende regionali non sembra proprio un bel passo da compiere. Se l'Arsial non ha mai avuto un consiglio di amministrazione perché nominarne uno nuovo in piena crisi mentre si taglia lo stipendio ai dipendenti e non si pensa magari a stabilizzare i giovani precari? Un pensiero banale certo ma forse i veri costi della politica sono qui. Dove nessuno ha pensato di tagliare davvero.

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