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Casa di riposo a peso d'oro

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Casa di riposo a peso d'oro, anziani protestano a Casal Boccone

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Sono senza denti. Spettinati. Vestiti con abiti umili. Nessuno, vedendoli, direbbe mai che Roma Capitale spende 5.300 euro al mese per ciascuno dei 69 ospiti della casa di riposo a Casal Boccone, una cifra ben superiore ai 1.500, il costo medio di mercato. Se questi soldi glieli dessero in mano farebbero una vita da re. Invece i 4 milioni e mezzo di euro l'anno non ingrassano i vecchietti. Ma la "macchinona". Ripartiti così: un milione e 700 mila euro per l'affitto; un altro milione e mezzo per il funzionamento; e un milione e 300 mila euro finiscono nelle tasche delle cooperative. E ai nonni neanche la dentiera. Ecco perché Roma Capitale volta pagina. Nessuno lo aveva ancora detto ai 69 anziani ospiti. Glielo ha raccontato ieri mattina il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso. E loro hanno fatto una faccia! «Quando avevo ancora fame, sapere che si spendevano 5.300 al mese per qualcuno mi sarei arrabbiato» ha ribattuto un nonno a Belviso che li ha incontrati. Ora che sanno come stanno le cose sarà più difficile fomentare i pur legittimi timori di fronte al cambiamento. Ma «nessuno li sta cacciando nessuno». Sia chiaro, li ha rassicurati il vicesindaco. «Tra le 4 case di riposo comunali - ha spiegato loro Belviso - quella di Casal Boccone è l'unica struttura privata: costa all'Amministrazione 4,5 milioni di euro l'anno ed accoglie 69 persone con una spesa pro capite di 5.300 euro al mese a fronte di un costo medio di mercato di 1.500 euro». Agli ospiti della struttura è stata data la possibilità di scegliere tra una rosa di alternative o di indicare un'altra struttura privata. «Quello che non capisco, e che condanno fermamente, è la strumentalizzazione di chi utilizza queste persone per un tornaconto personale, facendo terrorismo psicologico su situazioni di fragilità». L'equità sociale è l'obiettivo. «Il sistema di riordino delle case di riposo comunali - continua - consentirà di abbattere del 100% le liste d'attesa, 250 persone, pari a chi oggi usufruisce di questo tipo di assistenza. Non posso negare risorse per altri servizi sapendo che a Roma ci sono altri anziani in gravissime difficoltà e senza casa». Belviso le aveva tentate tutte. «Ho chiamato il direttore del dipartimento, il dottor Guarino, per cercare di riportare i costi vicino ai prezzi di mercato. Andavano bene anche 2.000 euro pro capite al mese. Ma è stato impossibile, con quel canone d'affitto pesante». Da qui la decisione di chiudere dando però agli anziani la possibilità di scelta. «Strutture pubbliche o private fra quelle segnalate. E, essendo autosufficienti, anche la possibilità di tornare in abitazione, in gruppi di 3-4, con un contributo di mille euro al mese ciascuno, che sommati alla loro pensione superano i 5 mila euro, più l'assistenza. Tutti ricollocati i lavoratori».

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