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Okkupare è meglio di studiare

Il liceo Classico Visconti occupato dagli studenti (Foto Gmt)

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C'è stato un momento di impasse coinciso con la fine del governo Berlusconi e l'avvio del nuovo esecutivo Monti. Un improvviso giro di boa, impensabile a novembre, che ha scompigliato il ruolino di marcia del già annunciato «autunno caldo». Con la maggior parte degli istituti superiori «okkupati» oppure «autogestiti» e cortei a scadenza quasi settimanale «contro i tagli alla scuola» dell'odiata ditta Gelmini&Tremonti. Una riordinata alle idee e i pensieri forti della protesta sono già usciti dal cilindro. Il primo è mutuato dagli indignados accampati un po' dovunque: «No al governo delle banche». Il secondo è più local che glocal: «Abbasso Alemanno che vieta i cortei in città». Insomma si sta recuperando in fretta il tempo perduto. Per ora sono stati sparati pochi mortaretti ma ci sono le premesse per un fine mese più scoppietante. A inaugurare la stagione una manciata di scuole, il liceo Avogrado (visitato dai soliti vandali esterni che hanno fatto 10mila euro di danni) il liceo Malpighi, l'Artistico di via Ripetta, il blasonato Visconti del Collegio Romano dove la tre giorni di autogestione si dovrebbe concludere domani anche perché gli studenti l'hanno promesso alla preside Rech che ha intimato: «Riconsegnate la scuola pulita e in ordine mercoledì». L'agitazione del liceo Anco Marzio di Ostia s'è invece risolta in una giornata. L'atmosfera resta elettrica. Altri istituti sono pronti a scendere in campo. Come di solito accade, la minoranza degli studenti dei collettivi che vogliono occupare, in queste ore, sta cercando di coinvolgere la maggioranza «silenziosa» e recalcitrante. Per okkupare, infatti, ci vuole il consenso «quasi» generale della popolazione studentesca. All'Augusto ieri mattina hanno saggiato il terreno ma sembra che non c'è la volontà di andare avanti. Al Tacito, invece, l'occupazione è ai suoi primi vagiti. Fervono le consultazioni per organizzare le giornate. Gli studenti ieri si sono comunque chiusi nelle aule. E questo ha fatto infuriare la preside dell'istituto. E alcuni genitori che come uno stanco rituale, presto, si ritroveranno anche quest'anno a protestare davanti alla scuola sbarrata (l'accesso agli esterni e ai prof in tempo di occupazione è vietato). A poche centinaia di metri c'è il Mamiani che quest'anno, dopo un'accesa assemblea, ha optato per la linea soft: autogestione. Che in soldoni si traduce con giornate di studio «extra didattiche»: si organizzano seminari, si invitano personaggi, anche attori tv, esperti vari, docenti universitari, insomma chiunque voglia confrontarsi e diffondere il suo credo, manifestazioni culturali, corsi di fotografia piuttosto che di grafica. Oppure manifestazioni con raccolta fondi da destinare alla scuola. L'anno scorso, alla Caetani, un gruppo di volontari comprò della vernice per dipengere i muri di alcune aule. Gli studenti del Visconti, ieri, hanno organizzato un incontro con gli occupanti del teatro Valle. Nella giornata di ieri, a causa della mancata manifestazione di piazza in ricordo della morte di uno studente a Rivoli ucciso dalla caduta del controsoffitto in classe, in molti istituti ci si è riuniti per discutere sulla situazione degli edifici scolastici italiani. E soprattutto inveire contro il sindaco Alemanno che ha impedito il corteo degli studenti che volevano mantenere alto l'interesse dell'opinione publica sul problema. Tutto fa pensare che siamo all'antipasto.

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