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Consiglieri e urbanistica i nodi ancora da sciogliere

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Perquesto i tre anni del governo Berlusconi e della giunta Alemanno per studiare e realizzare un testo di riforma che, nonostante tutto e tutti, si sta finalmente trasformando in realtà appaiono un battito di ali. Figuriamoci i 90 giorni che restano adesso per completare l'iter in Parlamento e alla Regione Lazio. Un tempo breve nel quale sciogliere due nodi fondamentali: il numero degli eletti nell'assemblea capitolina in rappresentanza di un territorio comunale tra i più grandi d'Europa e la definizione delle deleghe cosiddette «ricche» da parte della Regione, vale a dire l'urbanistica. Il primo braccio di ferro è squisitamente politico, considerando che il mantenimento a 60 consiglieri comunali (contro i 48 previsti per la prossima consiliatura e per tutti gli altri comuni) sarebbe a costo zero, grazie anche al «taglio» dei Municipi da 19 a 15. Un punto sul quale lo stesso sindaco Alemanno continuerà a dare battaglia in Parlamento. Il problema infatti non è tanto numerico quanto rappresentantivo. Con 48 consiglieri infatti interi Municipi, grandi come medie città di provincia, rischiano di non avere più rappresentanza in Aula Giulio Cesare. Un fatto da tenere presente considerato che «spariranno» quattro parlamentini locali. A proposito di Municipi, poi, la riforma di Roma Capitale non sarà mai completa senza l'applicazione di quel decentramento amministrativo decantato da decenni e che vede i parlamentini locali come punto focale di un nuovo sistema di governo territoriale. Il senso della riforma federale che ha in Roma Capitale forse la sua prima vera pietra miliare è quello di verticalizzare il potere dall'alto verso il basso. Dallo Stato alle Regioni, dalle Regioni alle Città metropolitane e a Roma Capitale e da questa ai Municipi. Deleghe tuttavia che stentano ad arrivare. La prova del nove si avrà infatti alla Pisana in questi tre mesi. Commercio, trasporti, urbanistica le materie sulle quali trattare il «passaggio di consegne». Materie per le quali si è tardato così tanto nel trovare un accordo sul secondo decreto attuativo e si rischia ancora di far saltare almeno la parte che riguarda i poteri che la Regione dovrà delegare al nuovo ente speciale di Roma Capitale. In Campidoglio si parla di deleghe, funzioni e poteri da acquisire, alla Pisana invece si parla di attuare una forte «semplificazione amministrativa». Una cosa è certa, la sintesi va trovata entro tre mesi. E stavolta non c'è alibi di un governo o un partito «nemico» che tenga. Sus. Nov.

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