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Mannaia dell'Ama sui commercianti

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L'azienda apre al confronto con gli esercenti

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Chile manda è l'Ama, l'oggetto del pagamento è la tariffa rifiuti sulla superficie occupata a titolo di occupazione del suolo pubblico. Tariffa però che, come recita l'art. 5 del regolamento comunale per l'applicazione Tari, non è dovuta «per le aree scoperte costituenti pertinenza o accessorio del locale». Intanto però le fatture continuano ad arrivare e alcuni esercenti hanno anche pagato per evitare di incorrere nella successiva cartella esattoriale. La «denuncia» arriva dalla Fipe-Confcommercio Roma per bocca del presidente Nazzareno Sacchi. «È assurdo che si continui a colpire in questo modo gli esercenti con balzelli addirittura non dovuti come in questo caso – dice Sacchi – abbiamo chiesto spiegazioni all'Ama non appena sono iniziate ad arrivare queste fatture ai primi esercenti. Poi un mese fa abbiamo avuto un incontro con i vertici dell'Ama senza però ottenere, di nuovo, una risposta. Riteniamo che quelle fatture vadano annullate». La procedura di invio, tra l'altro, è tanto insolita, fa notare Sacchi, perché non viene notificato all'esercente un avviso di pagamento «come prevede il regolamento comunale», ma vengono inviate semplici fatture «che come noto non sono atti impugnabili davanti al giudice competente». Chiunque volesse impugnare la richiesta «si troverebbe costretto ad aspettare la cartella di pagamento – continua il presidente Fipe – che comporta l'aumento della sanzione del 30%». Non basta. Pare che l'Ama non si limiti a chiedere il pagamento della Tari relativa all'anno in corso, ma a esigere anche quello dei tributi prescritti, perché antecedenti i cinque anni imposti dal Regolamento e dalla legge. «Mi chiedo il motivo di questo atteggiamento e lo chiedo sia all'Ama che al Campidoglio. Non stiamo parlando di importi di poco conto, alcune richieste arrivano anche a 40 mila euro. In questo momento poi sono richieste che non tengono minimamente conto delle problematiche del settore». La Fipe ha deciso di non fermarsi qui e promette battaglia. Ma Ama apre al confronto: «Siamo disponibili a organizzare un incontro per discutere di soluzioni di maggiore equità. Vogliamo confrontarci sull'utilizzo stagionale della superficie dell'occupazione di suolo pubblico e anche su altri aspetti. Valuteremo le proposte che ci arriveranno dalle associazioni di categoria».

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