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Romana massacrata e violentata

Carabinieri

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Massacrata di botte, violentata e ridotta in fin di vita. Una notte con lo sconosciuto si è trasformata in una notte da incubo, vissuta tra sabato e domenica nell'appartamento di un affittacamere a Cinecittà. Vittima una romana di 43 anni, trovata a terra accanto al letto dopo che l'altra mattina alle 13 alcune ragazze vicine di stanza hanno sentito la poveretta lamentarsi. Il suo presunto carnefice, un romeno di 41 anni, Lucian Besa, senza fissa dimora, rivenuto dai carabinieri del Nucleo radiomobile addormentato accanto alla donna col volto tumefatto. È accusato di violenza sessuale, tentato omicidio, lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale. Besa è nullafacente, uno che vive arrangiandosi, dorme dove capita ed è conosciuto dalle forze dell'ordine anche per alcune segnalazioni: per reati contro la persona e il patrimonio. La donna prima è stata portata al policlinico Casilino, poi trasferita al reparto di Chirurgia maxillo-facciale del policlinico Umberto I, dove le condizioni cliniche però sono precipitate: è entrata in coma per un ematoma cerebrale e ora è in pericolo di vita in un letto della Rianimazione. La storiaccia sarebbe iniziata quattro giorni fa. La donna discute con i suoi genitori coi quali vive in zona. I rapporti con loro sono tesi. Allora decide di andarsene, ma da sola non riesce a cavaserla. Chiede aiuto al fratello perché le trovi una sistemazione temporanea. La soluzione più a portata di mano pare quella di rivolgersi a un affittacamere in via Giuseppe Saredo: offre le stanze dell'abitazione alle universitarie fuori sede a un prezzo abbordabile. L'affare è fatto. La donna può trasferirsi in una camera di via Saredo, dove dividerà l'appartamento con altre giovani inquiline. Da questo punto in poi non si sa bene quello che sia accaduto. Gli investigatori del colonnello Mauro Conte, infatti, non hanno potuto parlare con lei. Le sue condizioni di salute sono critiche. Non si sa come sia avvenuto l'incontro col romeno e dove insieme abbiano passato quella sera prima della violenza. Quel poco che si conosce è stato riferito da alcuni testimoni. La donna avrebbe conosciuto il romeno un paio di giorni prima: lui l'accompagnava a casa, si mostrava gentile. La signora si fidava del romeno e non immaginava certo che potesse trasformarsi in un violento. L'altra sera escono insieme. Bevono, si divertono, poi il copione si ripete: lui l'accompagna in via Saredo. Lei lo invita a salire e lo fa entrare in camera. In piena notte accade qualcosa. Dal locale della signora viene un gran trambusto. Le altre inquiline non dicono niente, non si insospettiscono: non conoscono la romana e immaginano che i rumori non siano niente di strano. La mattina seguente però le cose si complicano. La donna non si è vista uscire dall'appartamento. Intorno alle 13 alcune ragazze sentono provenire dalla sua stanza strani lamenti. Le giovani si preoccupano. Non avvisano il 118 ma chiamano il proprietario dell'immobile e lo informano della voce flebile e dei rumori che hanno sentito la sera prima. L'affittacamere avverte il fratello della donna e quando arriva nella casa decidono di aprire la porta. Trovano la poveretta a terra col volto livido e il romeno disteso accanto a lei e ancora addormentato. Le indagini dovranno stabilire se le ferite sono compatibili con una caduta della donna e l'urto del volto su qualche mobile, e accertare se l'attività dell'affitacmere è regolare oppure abusiva.

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