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Il "trappolone" per gestire Cotral

Cotral

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Quattrocentocinquanta milioni. A tanto ammonta il debito accumulato dalla Regione nei confronti di Cotral spa, il consorzio che si occupa del trasporto regionale. Occorre cominciare da qui per cercare di comprendere la strana partita che si è aperta sul trasporto pubblico locale. Una partita che si chiuderà probabilmente a marzo. È questo infatti il tempo stabilito dalla finanziaria di agosto per dire addio alle società in house con capitale superiore a 900 mila euro. Un punto importante questo per chiedersi come mai il 28 ottobre la Regione abbia deciso di rinnovare il contratto in house a Cotral. Per risanare l'azienda, si dice. Forse. Oppure per assumerne il controllo e portarla a gara internazionale per l'affidamento almeno del 40% del servizio ai privati. Fatto sta che il primo consiglio di amministrazione presieduto da Adriano Palozzi dell'altroieri si è protratto per diverse ore. Il motivo? il «regolamento sulle attività di vigilanza e controllo sui servizi di trasporto di competenza regionale (affindamento in house providing)». Sette articoli che di fatto svuotano di ogni potere il Cda di Cotral e rimandano ogni decisione all'assessorato competenete, guidato da Francesco Lollobrigida (Pdl). A confermare il «commissariamento» dell'azienda, che ricordiamo è una Spa, gli articoli 5 e 6, rispettivamente sul «controllo preventivo» e sul «controllo successivo». Il testo merita la citazione. Articolo 5: «Il controllo preventivo è esercitato attraverso il nulla osta rilasciato dall'ente affidante (la Regione Lazio ndr)... sono soggetti a controllo preventivo, tra gli altri: il piano industriale e i piani attuativi; il piano assunzioni e gli atti che dispongono concorsi o selezioni pubbliche; accordi sindacali aziendali; piano delle manutenzioni; piano di acquisti di beni e servizi e gli atti con i quali si dispone l'avvio di procedure ad evidenza pubblica di valore pari o superiore alle soglie comunitarie; proposte di modifica dello statuto». Tra gli atti da sottoporre a controllo successivo invece (cioè da sottoporre a parere della Regione entro 5 giorni dall'adozione da parte del Cda), l'assegnazione di incarichi di collaborazione superiori a 20 mila euro; individuazione, assegnazione e aggiornamento delle funzioni dirigenziali, adozione e modifica della Carta dei Servizi. Cose mai viste, verrebbe da dire. Sarà per questo che l'assessore avrebbe aperto un ufficio "distaccato" all'interno della sede Cotral? Ma soprattutto, come mai la Provincia di Roma guidata da Zingaretti tace?

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