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Il «mea culpa» della politica capitolina

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Tantoche , curiosamente, nessuno punta il dito contro la governatrice Polverini. In Regione, del resto si vota tra quattro anni, in Campidoglio al più tardi nella primavera del 2013. Al di là delle singole dichiarazioni, a colpire sono proprio quelle del sindaco Alemanno e della presidente Polverini. Il primo è fiducioso. «La riforma di Roma Capitale si può e si deve fare, per completare l'iter legislativo di Roma Capitale c'è tutto il tempo necessario, la scadenza del 21 novembre è relativa soltanto alla prima approvazione in Consiglio dei Ministri del testo del decreto legislativo e all'intesa in conferenza unificata, intesa scontata perché abbiamo già sottoscritto un protocollo con la Regione Lazio che risolve a monte ogni possibile controversia». Così Alemanno. La governatrice del Lazio resta invece, guarda caso, più distaccata: «Noi abbiamo un protocollo in campo ma in questo momento la partita è nelle mani del Governo. Mi pare che siano momenti complicati. Non credo di dover essere io a fare pronostici - ha detto la Polverini - soprattutto perché sappiamo che il governo sta vivendo momenti difficili. Quindi, con tutto il rispetto per Roma Capitale, dobbiamo prima seguire gli eventi per capire cosa succederà al governo». A tutto questo, al di là delle singole, numerose voci dei consiglieri comunali e regionali, impegnati tutto il giorno ad accusare il sindaco,c'è da aggiungere che il protocollo d'intesa siglato da Alemanno e Polverini è stato portato al governo otto giorni fa. Eppure è stato firmato il 20 ottobre. Distrazione? Chissà. Sus. Nov.

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