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Addio al gestore unico del trasporto Riordiniamo la rete e tagliamo i benefit

L'assessore Aurigemma

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Una settimana delicatissima quella che inizia domani con incontri «incrociati» tra le aziende del trasporto pubblico locale e delle istituzioni. Giorni non meno complessi di quelli appena trascorsi, quando una lettera dell'Ad di Atac, Carlo Tosti, che disdiceva i contratti di secondo livello, ha scatenato le proteste dei lavoratori e tolto il «tappo» a cronici problemi tra Cotral e Atac e tra Comune e Regione. Alla base di tutto i tagli al trasporto decisi dal governo e dunque meno risorse per autobus, tram, metro e ferrovie. Al centro delle mediazioni l'assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma. Assessore, partiamo dalla lettera dell'Ad Tosti. Il Campidoglio ne era al corrente? Considerata la reazione sembra proprio di no. «Il compito della politica è quello di indirizzo e di controllo delle aziende municipalizzate, non di gestione. Del resto i problemi di molte municipalizzate ed in primis di Atac partono proprio dagli interventi impropri della politica nei fatti gestionali. Tanto è vero che più volte lo stesso sindacato ha denunciato queste storture ed invitato la politica a non intromettersi nelle scelte aziendali. Da parte nostra abbiamo dunque ribadito la necessità di proseguire il confronto nelle sedi proprie, cioè tra azienda e parti sociali sul Piano industriale e sui contratti di secondo livello. Credo sia utile ricordare che tali contratti erano stati da tempo disdettati ed il 31 ottobre l'azienda ha deciso di agire di conseguenza. Tuttavia abbiamo chiesto all'Atac di tenere conto del particolare momento di crisi economica. Mercoledì l'azienda e i sindacti si incontreranno e spero prevalga il senso di responsabilità di tutti». L'Atac ha deciso di «tirarsi fuori» da Metrebus, la convenzione che dà vita al biglietto unico integrato per i mezzi di trasporto di Comune, Regione e Ferrovie. Un'esigenza o una ripicca? «La disdetta riguarda soltanto la Convenzione e non il sistema tariffario integrato. Dunque il tema posto dall'azienda riguarda i rapporti tra i consorziati (Atac, Cotral e Trenitalia) e non ha ricadute sui pendolari. Tema a parte, invece, quello dell'adeguamento delle tariffe ferme dal 2003, nonostante l'adeguamento tariffario all'inflazione sia previsto da una legge Regionale del 2003 e sia stato già invocato in una delibera di Consiglio Comunale addirittura nel 2006. In proposito il Campidoglio, ricordo ancora, ha preteso rimanessero invariate tutte le agevolazioni previste per le fasce deboli». Tra i motivi della disdetta ci sarebbe anche la questione dell'aumento del biglietto dei mezzi capitolini, non concordato con la Regione e, soprattutto, i decreti ingiuntivi di Cotral nei confronti di Atac. «Lo escludo. Tra l'altro il pignoramento fatto da Cotral all'Atac riguarda una causa vinta da Cotral in primo grado nei confronti del Comune di Roma e di Atac stessa per fatti risalenti al 2003. La sentenza, però, impone al Comune (e nella fattispecie alla Gestione Commissariale) di mantenere patrimonialmente indenne Atac. In tal senso gli uffici Comunali e la struttura commissariale troveranno una soluzione assieme ad Atac e Cotral. Auspico che, tuttavia, non si arrivi a nuovi atti trasformando vecchie beghe in una guerra tra poveri dove poi a pagare rischiano di essere sempre i più deboli, cioè gli utenti». E il giallo dei 200 milioni che la Regione deve ad Atac? «Non c'è nessun giallo. La Regione ha regolarmente pagato all'Atac, fino al 2008, i rimborsi relativi ai rinnovi dei Contratti di lavoro Nazionali. All'epoca della giunta Marrazzo sono cominciati i problemi. Tuttavia, come noto a tutti, Atac ha già provveduto da tempo a svalutare tali crediti nei confronti della Regione con il Bilancio del 2010. Resta il tema dei crediti certificati ma non ancora incassati che pongono la società in una condizione di fragilità finanziaria». Al di là dei singoli provvedimenti per tamponare la crisi, cosa pensa della riforma del trasporto pubblico che va verso l'istituzione del gestore unico? «Quello del gestore unico del trasporto pubblico locale è un tema interessante dal punto di vista industriale. Ritengo, tuttavia, che prima va affrontata la riorganizzazione dell'intera rete dei trasporti (regionale, provinciale e romana), evitando sovrapposizioni e magari sperchi. Poi si vedrà qual è la formula migliore in tema di vettori. Non vorrei che per far bene finiamo per fare peggio. Aggiungo un altro tema: la finanziaria di agosto mette fine alla formula dell'affidamento in house. Dovremmo per legge andare a gara europea per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico locale. In definitiva, parliamo di politiche dei trasporti e non di alchimie societarie». Ma scusi, il gestore unico del trasporto era nel programma elettorale sia di Alemanno sia della Polverini. «Sì certo, ma se cambiano le leggi nazionali non possiamo farci davvero nulla. Il Comune di Roma non ha certo poteri legislativi». Cosa fare allora per stabilizzare e risanare il comparto? «La semestrale di Atac ha segnato risultati molto positivi, superando addirittura gli obiettivi fissati dal piano industriale, a dimostrazione che quando ognuno rimane nelle sue giuste competenze, la politica con quella di indirizzo e di controllo e l'azienda con la sua sacrosanta autonomia in quella della gestione, i risultati sono evidenti. I punti dettati dal Campidoglio all'azienda sono chiari: ottimizzazione delle risorse attraverso il taglio a sprechi e spese, partendo dall'alto e salvaguardando per quanto possibile l'anello più debole dell'azienda, ma anche quello vitale, che sono poi gli autisti, gli operai, i macchinisti e soprattutto riduzione di premi, assegni e qualsiasi altra forma di benefit erogati con poca parsimonia. Insomma meritocrazia e non raccomandazioni». L'altroieri l'ultimo colpo di scena. Una nota dei sindacati annunciava la sospensione dei lavori per la tratta San Giovanni-Colosseo della nuova linea C della metropolitana. Notizia poi seccamente smentita. Cosa succede? «Stiamo vivendo un momento delicato sotto il profilo economico e questo evidentemente può prestare il fianco a strumentalizzazioni. La notizia della riunione del Cda di Roma Metropolitane del 27 ottobre in cui si sospendevano i lavori della metro C per i mancati finanziamenti da parte della Regione, è stata nettamente smentita dalla stessa società. Anche l'assessore regionale, Lollobrigida, ha rassicurato che la Pisana manterrà i suoi impegni sul finanziamento della nuova metropolitana della Capitale».

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