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Risarcimenti contro sedile selvaggio

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Sui mezzi Atac di periferia poltrone bagnate, federe rotte e pannolini usati I romani chiedono i danni all'azienda per reumatismi, vestiti sporchi e strappati

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Sonogli autobus dimenticati alla periferia di Roma. Non quelli accantonati in qualche cimitero di lamiere in attesa di diventare scatole di ferraglia, ma i mezzi che tutti i giorni percorrono le strade della nostra città per trasportare romani e turisti da una fermata all'altra. Chi non è mai salito su un autobus fuori del centro storico non può capire. Dentro la zona a traffico limitata i piccoli e grandi mezzi, elettrici, a benzina o snodabili, sono puliti e tenuti in condizioni più che dignitose. È fuori il Centro, e in particolare su alcune linee, che il servizio dell'Atac non rispetta i livelli minimi di qualità. E a farne le spese, ovvio, sono cittadini che non sporcano. Quelli che scelgono l'autobus per evitare il traffico metropolitano o perché è il mezzo di trasporto più economico messo a disposizione dal Comune. E la protesta monta. Decine di romani hanno così iniziato a chiedere aiuto all'associazione Cento Giovani, rappresentante al Comitato regionale utenti e consumatori della Regione Lazio, segnalando le linee della vergogna: E. 13, N.6134, A.54, N.61.55, N.61.53, N.61.46, N.61.48, N.61.66, N.61.68, N.60.65, N.60.93, N.61.47, N.00.91. C'è poi il caso della linea 246 che ferma traCornelia e Malagrotta. È il simbolo del disagio dei passeggeri. Tanto che una cittadina si è affidata all'associazione per diffidare l'azienda affinché trovi una soluzione al problema. La lettera descrive con precisione lo stato dell'autobus. «Sedili inutilizzabili perché sporchi, inumiditi dalla presenza di vomito e di condensa dell'aria condizionata, scollati e gettati in terra accanto alla porta centrale dell'uscita ostruendone il passaggio». Non solo. I sedili del 246 sono quasi tutti senza le fodere e in mezzo al corridoio, a terra, c'è un tappeto di lattine. La signora, e con lei tutti gli altri viaggiatori della linea, non solo chiede alla municipalizzata di risolvere il problema, ma di essere anche risarcita: 100 euro per due gonne in viscosa, 140 per una maglia in cotone, 230 per un'altra maglia in cotone, 130 euro per le sedute di fisioterapia e 300 per il rimborso dei biglietti. Sì, anche la fsioterapia perché chi ha problemi di salute, o semplicemente è anziano, è costretto a sedersi rovinandosi la schiena. «Sembrerebbe una carovana del far west 2.0 dell'estrema periferia di Rio - spiega Michele Gerace, vice presidente vicario di Cento Giovani - ma le segnalazioni che abbiamo ricevuto si riferiscono agli autobus di Roma. Per quanto tempo ancora l'Atac intenderà vessare i passeggeri in questo modo?». Certo è che oltre all'impegno dell'azienda del Comune ci sarebbe bisogno anche di maggiore rispetto da parte dei vandali-cittadini. «È evidente che nessun servizio di pulizia risulta efficace se non c'è la collaborazione dei passeggeri per mantenere il decoro a bordo dei mezzi - precisa Atac -, spesso siamo costretti a far rientrare i mezzi in rimessa perché vengono gravemente sporcati». Ma intanto c'è un bel pezzo di Roma, quello che paga il biglietto e si comporta civilmente, costretto a viaggiare su mezzi che trasportano anche pannolini sporchi, gomme da masticare sotto i sedili o corrimano arruginiti. E in periferia il color arancio-Atac diventa sempre più marrone.

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