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Poca efficienza e costi elevati «Riorganizzare le società»

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Èil quadro tracciato dalla Cisl Lazio nell'ambito del convegno «Le società in house, il caso della Regione Lazio: governance e percorsi di riforma». Per la Cisl Lazio la forma privatistica societaria ha sottratto le imprese in house alle procedure vincolistiche della pubblica amministrazione e i limiti posti dal legislatore all'attività di queste imprese sul mercato le ha sottratte alla disciplina e al controllo dell'efficienza economica. Al convegno hanno partecipato il segretario generale della Cisl Lazio, Francesco Simeoni, il segretario della Cisl Lazio, Salvatore Biondo, il segretario confederale Cisl, Anna Maria Furlan, il presidente del Centro studi regionali, Marcello Degni, il deputato Pd Marco Causi, l'assessore regionale al Bilancio, Stefano Cetica e il presidente di Sviluppo Lazio, Massimiliano Maselli. «Le Regioni - ha spiegato Simeoni - si dotano di un sistema di società, agenzie o enti per coadiuvare l'azione dell'amministrazione. Il funzionamento di queste società non è del tutto chiaro: a volte non sempre lavorano per raggiungere la loro missione. Ad esempio Banca Impresa Lazio doveva avere come missione principale il sostegno alle piccole e medie imprese per l'accesso al credito, ma in realtà questa missione non è stata minimamente rispettata. Questo esempio ci spinge a riflettere sul perché un sistema che nel Lazio conta 7.500 dipendenti, 300 amministratori, non debba essere razionalizzato». Per il segretario della Cisl Lazio, Salvatore Biondo, «si può razionalizzare e sfoltire questo sistema, accorpando le società, trasformandole in agenzie. Alcune di queste strutture possono essere superate e che le società in house che hanno un unico proprietario e un unico committente non hanno bisogno di organismi societari ma è sufficiente un direttore generale e un consiglio di sorveglianza partecipato dai portatori di interessi». L'indagine Cisl per il consigliere regionale Foschi invita a riflettere: «Come opposizione proponiamo lo sfoltimento e la razionalizzazione delle società regionali. Una scelta oggi ancora più necessaria e impellente se pensiamo agli innumerevoli sacrifici a cui i cittadini sono sottoposti». Per il capogruppo Api Mario Mei le società «vanno ridotte e riorganizzate. È doveroso impostare una rinnovata politica organizzativo-strutturale delle aziende partecipate e innestare in esse degli elementi di democrazia economica nel sistema di governance delle imprese».

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