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Sotto tutela gli affitti dei negozi storici

Veduta dall'alto della capitale

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Sindaco e prefetto scendono in prima linea per tutelare i negozi storici d'eccellenza. Quando oggi scoccherà l'ora di pranzo, Gianni Alemanno e Giuseppe Pecoraro si siederanno al tavolo della gelateria Giolitti, dietro al Parlamento. L'occasione sarà la firma del primo protocollo d'intesa con l'Associazione negozi storici d'eccellenza del presidente Stefano Pizzolato. Un patto per tutelare tutte le attività che hanno scritto, e ancora scrivono, un pezzo di storia della Capitale. Il protocollo prevede la formazione di un tavolo tecnico, composto dalle istituzioni, che affiancherà il negozio storico d'eccellenza nel rinnovo del contratto d'affitto. Molte attività storiche, del resto, non sono proprietarie delle mura dell'immobile e potrebbero rischiare, negli anni, di essere cancellate dalla fine di un semplice contratto. Rischio che neanche il Comune vuole correre. Così (solo nel caso di fine locazione e non per morosità) il Campidoglio e la Prefettura medieranno tra affittuario e proprietario, qualora tra le due parti non si trovasse un accordo, per preservare il tessuto storico e commerciale della città. Il protocollo sarà anche uno strumento di collaborazione con le forze di sicurezza per monitorare eventuali rischi di infiltrazioni mafiose nelle vie dello shopping. L'istituzione del tavolo tecnico è solo l'ultimo tassello di un lavoro che l'Associazione dei negozi storici d'eccellenza porta avanti dal 2008, anno della sua fondazione. Il primo passo nella strategia è stato creare un logo che ricordasse lo stemma di Roma. Il presidente dell'Associazione, Stefano Pizzolato, racconta che «abbiamo scelto un simbolo il più possibile identificabile con la città, in modo da essere riconoscibili agli occhi del turista e formare un vero e proprio circuito. Del resto, i criteri per entrarne a far parte sono rigidi: l'attività deve essere nata almeno 70 anni fa e devono essere passate tre generazioni». E così, fuori da ogni negozio degli associati ora c'è un logo ad attestarne la storicità. Li troviamo accanto alle entrate della trattoria Il Vero Alfredo, la sala da the Babington's, Banchetti Sport, Bedetti, Bertoletti, Bulgari, Burchi & De Sanctis, la Galleria Ca' D'Oro, Caleffi, l'Ottica Calò, Ciampini, Ciampini a Trinità dei Monti, l'Azienda Colapicchioni, la Macelleria Feroci, Stilo Fetti, Giolitti, l'orologieria Hausmann, la falegnameria Paolucci, Lina Rocchi, la trattoria Da Romolo, Tebro e Terracina. Ma i loghi dell'Associazione non si trovano solo a Roma. Sì, perché alcuni negozi storici hanno aperto uno o più punti vendita anche all'estero. E il marchio è finito nelle vie dello shopping di tutto il mondo. Giolitti ha una gelateria a Istanbul, Ca'D'Oro si trova anche a Miami, Bertoletti a Beirut e Bulgari in tutto il mondo. Per la Capitale è un'operazione di «marketing» innovativa e che suscita l'interesse di molti altri sindaci di città europee. Il consigliere Pdl al Comune, Francesco De Micheli, è stato il primo firmatario della delibera che ha istituito l'albo dell'associazione: «Ho sempre pensato - spiega - che le realtà storiche romane dovessero porre il marchio Roma sotto le insegne. Noi come istituzione continueremo ad aiutare queste iniziative». Ma il lavoro di Pizzolato non si ferma. Le ultime idee dell'Associazione hanno dato vita a un solido asse con la Cina. I negozi storici d'eccellenza hanno infatti sottoscritto un accordo per introdurre nei propri esercizi la possibilità di accettare la carta di credito «China Union Pay», che conta un miliardo e trecento milioni di clienti. Tanto che ora, sui motori di ricerca del Sol Levante, i negozi storici d'eccellenza sono tra le attività italiane più pubblicizzate. Tutelarle diventa così un imperativo. Sindaco e prefetto rispondono all'appello.

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