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Riano, in strada contro le discariche

L'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo nel corteo

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RIANO Il Prefetto Pecoraro, nell'ufficializzare i siti alternativi a Malagrotta, aveva esortato istituzioni e residenti ad accettare una soluzione «dettata dall'emergenza», appellandosi al buon senso e alla responsabilità civile. Riano ha risposto subito con duemila persone in strada, non solo affiancate ma guidate da esponenti di ogni comune e colore politico dell'hinterland a nord di Roma. C'erano il sindaco di Riano, quelli di Sant'Oreste, Fiano, Monterotondo, Castelnuovo, Magliano e Capena. Bandiere di Pdl, Sel, Idv, Pd, Udc, Cgil, del comitato Rifiuti Zero di Fiumicino e di CasaPound. Consiglieri provinciali e regionali. Anche Piero Marrazzo, che abita a Colle Romano, in testa al corteo: ha suggerito agli amministratori di non cedere. Contro l'arrivo della discarica si sfila sventolando il tricolore: un serpentone lungo 1 chilometro, che dallo svincolo di Riano ha occupato la Tiberina fino all'altezza di Pian dell'Olmo, paralizzando il traffico per l'intera mattinata. «Questo è solo l'inizio», anticipa il sindaco Marinella Ricceri. Un braccio di ferro, quello che si sta consumando tra Riano e la Capitale, che continua dalla scorsa estate, da quando insomma il risiko dei rifiuti ha coinvolto la provincia di Roma: i consigli straordinari, le assemblee, le pur numerose manifestazioni non si sono però declinate in notizie positive. Venerdì, come detto, il Prefetto, nelle vesti di commissario straordinario all'emergenza rifiuti, ha confermato i nomi delle due località in cui verranno allestite le discariche alternative a Malagrotta, la cui chiusura potrebbe ancora slittare, rispetto alla data fissata del 31 dicembre, di qualche mese. San Vittorino a Roma, nell'VIII Municipio, e Riano appunto. La scelta è caduta sulle cave di tufo immerse nella vallata del Tevere, ad una manciata di chilometri dal fiume e, sul versante dell'Aurelia, dal Parco di Veio. Nei 45mila ettari di terreno, stando alle previsioni del Prefetto, dovranno confluire circa 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti trattati in 3 anni. Scaduti i 36 mesi, il sito verrà dismesso. Affermazione, questa, che non convince nessuno.   «È un terreno enorme – ribadisce l'assessore all'ambiente Luca Abbruzzetti – che per capacità contenitiva potrebbe diventare la nuova Malagrotta. Del resto, l'altro sito di Riano, ovvero Pian dell'Olmo, è stato scartato proprio perché considerato troppo piccolo, questo cosa significa?». I residenti hanno raccolto in blocco l'appello dell'amministrazione. Bandiere dell'Italia, in segno di unità nella protesta, e saracinesche dei negozi abbassate. Nel corso della manifestazione, cori contro Alemanno, Zingaretti e Polverini e preoccupazione palpabile: «Non ci importa nulla di non pagare la Tarsu – la signora Pina si riferisce agli indennizzi promessi da Pecoraro – Questa è un'oasi naturale, ci sono case, ristoranti, e soprattutto le cave, che danno lavoro a tutti i rianesi, è una vergogna». Si sfila con le mascherine «perché ci avvereranno tutti». A Riano sono arrivati da Fiumicino anche gli «amici» del comitato Rifiuti Zero, anche loro impegnati su un altro fronte essendo stato individuato Pizzo del Prete quale sito in cui realizzare, nell'arco dei 3 anni di apertura delle discariche provvisorie, l'impianto di smaltimento definitivo: «Siamo tutti sulla stessa barca – è solidale Marinella – la soluzione dei nostri problemi può essere solo la differenziata». Poi occupazione simbolica della cava di tufo: «Si tratta di una cava attiva – stenta ancora a crederci il gestore della Quadro Alto srl, Paolo Alfonsi – noi abbiamo una concessione per questo terreno. Una discarica qui vorrebbe dire costringerci a licenziare dipendenti, e mettere a repentaglio l'ambiente. È universalmente noto che il tufo assorbe tutte le sostanze con cui viene in contatto. Mi incatenerò, farò di tutto». «Abbiamo già dato mandato ai nostri legali per il ricorso al Tar – conclude la Ricceri – la prossima settimana assemblea pubblica, poi manifestazioni ad oltranza».

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