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Malagrotta bis Il prefetto chiude la partita

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Perquesto la giornata di ieri è stata vissuta tra incontri, telefonate e molta fibrillazione. Soprattutto nelle tre aree indicate: Quadro Alto e Pian dell'Olmo (tra Riano e Roma) e via di Corcolle-San Vittorino, nell'VIII Municipio. Non a caso ieri è stata la giornata delle proteste. A Riano sono spuntate alle finestre i primi tricolore contro la discarica e per sabato è in programma un grande corteo sulla Tiberina. Zona diversa, stessa storia. In via di Corcolle-San Vittorino il presidente del VIII Municipio, Massimiliano Lorenzotti, e il vicecapogruppo Pdl in Provincia, Enrico Folgori, si sono incatenati al cimitero per dire no alla discarica. «Questa è una zona che già vive tante difficoltà, dagli insediamenti abusivi alla criminalità - ha spiegato Folgori - per questo mi appello a Pecoraro affinché decida secondo coscienza». Alemanno, che ha avuto nel pomeriggio un colloquio telefonico con Pecoraro, «dopo aver avuto ampie garanzie che la localizzazione della futura discarica sarà scelta sulla base esclusiva di un'attenta valutazione ambientale e territoriale», ha chiesto al Prefetto di «assumere espliciti impegni sulla temporaneità del sito e sulla previsione di adeguate precauzioni e risarcimenti per le popolazioni che abitano nelle zone circostanti». Al di là della decisione del prefetto, che ricordiamo non esclude la nuova discarica di Fiumicino, che ha fatto saltare la giunta Canapini, sulla partita delle discariche non ci saranno vincitori. Ai cittadini, giustamente preoccupati, di Riano, San Vittorino e Fiumicino si può dire che per tanti anni quel sacrificio è stato sopportato dai residenti di Malagrotta e, in una società civile, è il bene comune a prevalere. Un discorso che tuttavia tiene in teoria ma non nella pratica. Quando si parla di rifiuti si pensa alla sporcizia, agli odori, alla tossicità. Ed è giusto che sia così. Perché sotto questo punto di vista il nostro è un paese arretrato. A Parigi l'inceneritore è stato realizzato in una zona centrale. A Roma sarebbe impossibile. Perché? La scarsa fiducia nelle istituzioni e il timore che gli impianti di efficientamento dei rifiuti che in quasi tutto il mondo producono energia, non vengano mai realizzati e che resti per sempre l'immagine di una discarica come Malagrotta: montagne di rifiuti. Vincere la battaglia culturale è la prima necessaria mossa delle istituzioni. Altrimenti la discarica, a ragione, non la vorrà mai nessuno. Neanche con il risarcimento. S. N.

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