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Alemanno a San Basilio. Fischi, speranze e polemiche

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Roma, Gianni Alemanno

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«Alemanno? Lo accogliamo volentieri ma poi basta con la politica, non è giusto che la morte di papà venga ancora strumentalizzata come è accaduto ieri (domenica, ndr)». Non vuole polemiche Massimo, uno dei due figli di Ennio Lupparelli, il tappezziere di 68 anni ucciso a San Basilio dopo esser stato investito dallo scippatore di sua moglie, ora in carcere accusato di omicidio volontario e rapina. Dopo la manifestazione di domenica scorsa, promossa dalla Rete delle associazioni San Basilio Bene Comune ma punteggiata di bandiere, del Pd, di Sel, della Cigl, la famiglia chiede di essere lasciata fuori dal ping pong di accuse sulla (in)sicurezza del quartiere: «Noi ad Alemanno non dobbiamo chiedere nulla, sentiamo lui cos'ha da dirci», ha tagliato corto Massimo. Ieri pomeriggio, all'angolo tra via Sarnano, teatro dell'aggressione, e via Jesi, dove vive Anna Lupparelli, la vedova di Ennio, c'erano una cinquantina di persone. Chi gridava alla beffa, «Alemanno sei arrivato tardi», chi ne ha approfittato per suggerire interventi per il quartiere: «I lavori del mercato sono fermi da mesi». Il sindaco, dopo aver portato le condoglianze alla famiglia del tappezziere, si è fermato ad ascoltare la gente, poi la promessa: «Un'assemblea pubblica e un tavolo tecnico dedicati alla sicurezza». Il tavolo tecnico si riunirà tra 15 giorni. Intervento che non ha convinto tutti. «Buffone, vieni qui solo dopo che ci è scappato il morto». E giù applausi. Un clima di contestazioni che è continuato nel corso della visita: «La periferia è un bene comune, il sindaco non l'ha capito». E ancora: «Se si fosse speso qualche euro in più in strade, quel vicolo cieco in cui c'è stata la rapina sarebbe stato meno isolato». Infine: «Non dategli la mano a quello», sibila di rabbia una signora riferendosi ad Alemanno. Il clima che si respira a San Basilio è di sfiducia. «Non ci sono luoghi di ritrovo, palestre, e neppure piazze ben tenute – si sfoga Daniele, un 23enne nato qui ma "scampato", come si definisce lui stesso, "alle grinfie del quartiere" – per forza i giovani finiscono tutti in strada a spacciare». Pessimismo «per una situazione che è la stessa da anni – allarga le braccia Giovanni – questo sindaco come tutti gli altri ha avuto i nostri voti promettendo di portarci sicurezza: ma la sicurezza non sono più uomini in strada, serve la vicinanza delle istituzioni». Anche ieri, come domenica, Pd, Sel, Cgil e vari esponenti politici si sono dati convegno a San Basilio. Critiche e obiezioni sono quelle di sempre, sotto la lente degrado urbano, delinquenza e microcriminalità. «Ma questa volta sarà diverso – ha concluso il sindaco dopo aver visitato anche la parrocchia del rione e aver raccolto alcune indicazioni di don Stefano, il parroco – abbiamo parlato con una famiglia molto umile e dignitosa, come dignitoso è stato Ennio, che ha solo cercato di ribellarsi a un gesto di violenza. Mi sono impegnato non solo a stare vicino alla famiglia di Ennio, ma a tutto il quartiere. Ci sarà un incontro tecnico per stilare un programma di interventi che spaziano dall'urbanistica al sociale e illustreremo i progetti nel corso di una riunione con il quartiere che contiamo di organizzare già dalla prossima settimana cui parteciperò personalmente. Dobbiamo superare il sentimento di abbandono che vive San Basilio».

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