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Allarme indebitamento per tre cittadini su dieci

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Èla preoccupante fotografia scattata da una inchiesta-ricerca condotta dall'Osservatorio Acli e che ha coinvolto circa mille famiglie del Lazio. Dall'analisi dei dati sono emersi quattro tipi di nuclei familiari. Il 31,4% sono famiglie che navigano a vista, ossia che riescono a far fronte alle difficoltà economiche privandosi di alcuni beni e servizi, quali abbigliamento (77,7%), vacanze (79,5%), divertimenti (71,2%). Per la maggior parte di loro alla fine dell'anno niente risparmi: anzi, la necessità di affrontare spese fuori dall'ordinario li ha costretti a chiedere un prestito alla banca. Poi ci sono le «famiglie a rischio» (27,9%), in particolare monoreddito e di migranti (europei ed extracomunitari), che risparmiano su tutte le principali voci di spesa, dall'acquisto di nuovi vestiti al mangiare. Si tratta di persone che hanno avuto molto spesso difficoltà a comprare beni di prima necessità e che non chiedono prestiti alle banche perchè sicuri che non li otterrebbero. Il terzo gruppo è quello delle «famiglie sicure» (26,9%) ovvero coloro che dichiarano di non essere mai state in difficoltà nell'acquistare beni di prima necessità. L'ultima categoria sono gli «anziani in affanno» che rappresentano il 13,5% delle famiglie intervistate: si tratta di persone con età media di oltre 70 anni, pensionate, che non hanno una consistente disponibilità economica e quindi anche una piccola spesa inaspettata li può mettere in difficoltà. «La famiglia subisce oggi una crisi che non è solo economica ma che sconta gli effetti di scelte strategiche sbagliate negli ultimi trent'anni» ha affermato Cristian Carrara, Presidente Acli di Roma, in una nota a margine dell'incontro SOS famiglia nell'ambito del quale è stato presentato il dossier sui nuclei familiari nel Lazio, in corso nella Capitale. «Eppure - prosegue Carrara - la famiglia rappresenta l'unico collante sociale da cui ripartire per affrontare e superare la crisi».

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