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Crociata anti-leghista della Polverini

Renata Polverini

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Un anno fa Renata Polverini imboccava Umberto Bossi con la coda alla vaccinara. Era il «pranzo della pace» sotto a Montecitorio. L'insulto del ministro «sono porci questi romani» fu archiviato con una bella abbuffata. Ma la pace non era destinata a durare. Perché in politica ognuno tira l'acqua al proprio mulino. E la governatrice ieri ne ha dato chiara dimostrazione: «Oggi parte il progetto politico per rimettere al centro il Centro Italia, perché per troppo tempo è stato dimenticato. Siamo stati schiacciati dalle ambizioni del Nord, a cui il Centro non ha più nulla da invidiare, e dai problemi del Mezzogiorno, verso cui siamo sembre stati pronti e disponibili a dare il nostro aiuto». Un j'accuse all'egoisomo leghista che non perde mai l'occasione di enfatizzare la presunta superiorità della Padania dal resto d'Italia. La Polverini non ci sta e indica al Pdl dove e come cementare il consenso attorno a un nuovo progetto: ripartire dal Centro, e dal Lazio, dove l'ex segretario dell'Ugl è presidente: «Io con la mia Regione - ha detto - non mi sento seconda a nessuno e mi spiace, ma occorre dire e riconoscere che la favola del Nord-est è finita. Ora siamo nella condizione di ripartire ad armi pari». La Polverini ha lanciato il suo progetto intervenendo al convegno organizzato ad Assisi dal vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani. Il dibattito aveva al centro della discussione «la costituzione del Partito popolare europeo in Italia». Per gli organizzatori è la naturale evoluzione del Pdl. La governatrice del Lazio si è spinta addirittura oltre. Oltre Berlusconi: «Abbiamo avuto un grande trascinatore che ha portato un fortissimo consenso ogni volta che si è presentato alle elezioni. Ora sta a noi continuare questo progetto. Abbiamo un segretario votato all'unanimità da tutto il Pdl, Angelino Alfano, che deve essere affiancato da una classe dirigente in grado di dare le gambe a questo progetto politico che deve ricominciare a correre». Alla Polverini però sta a cuore una cosa su tutte: l'alleanza con il partito del Senatùr: «È il momento di ripartire da qui, dal rapporto con la Lega, perchè il Pdl è il partito di maggioranza e non deve avere paura o sentirsi secondo». Insomma, il pranzo a base di coda alla vaccinara e vino dei Castelli è proprio stato messo in soffitta.

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