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Negli ultimi 30 anni edilizia «spontanea» su 4mila ettari

Comune di Roma, la Giunta del Campidoglio

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La Memoria di Giunta del 16/4/1996 rappresenta il primo atto amministrativo, successivo a quello individuato con la “perimetrazione” delle zone “O” di P.R.G. alla metà degli anni Settanta, che si occupa di nuovo del fenomeno dell'abusivismo. Tale Memoria si propone di dare una risposta alla domanda abitativa che non ha trovato adeguata collocazione nel mercato e avvia una nuova manovra di recupero urbanistico che interessa i nuclei di edificazione spontanea sorti negli ultimi trent'anni. Il fenomeno dell'abusivismo viene quantificato nella sua complessità, in particolare sono individuati 4.000 ettari circa di aree lottizzate e parzialmente edificate, di cui 1.800 ettari circa relativi a lotti in tutto o in parte edificati e 2.200 ettari circa relativi a lotti liberi. I nuclei sono classificati in 5 tipologie urbanistiche, in base alla loro localizzazione in continuità o meno con le zone “O” e alla loro densità edilizia ed abitativa. Con la deliberazione di Consiglio Comunale n. 92 del 29 maggio del 1997 viene adottata la Variante Generale denominata “Piano delle Certezze”, che individua in un apposito elenco 55 aree, nuclei abusivi non perimetrati, riportati in una planimetria a scala 1:50.000 con la sola denominazione della località in cui sono posti i cosiddetti “toponimi”. La successiva deliberazione di Giunta Comunale n. 176 del 9 novembre 2000, di controdeduzioni alle osservazioni al “Piano delle Certezze”, ne incrementa il numero a 80 unità. (dal sito di Roma Capitale)

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