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Fazio: anch'io ho fatto il test Non c'è alcun allarme

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Suipresunti tre infermieri positivi al test per la Tbc il Policlinico fa chiarezza: «L'eventuale positività al test di operatori sanitari non segnala né malattia né contagiosità, ma esprime solo l'avvenuto contatto con il micobatterio». Il Gemelli smorza qualsiasi allarmismo, ribadendo come casi di positività siano riscontrabili nel 10% della popolazione e come i controlli iniziati il 26 luglio e ancora in corso «garantiscono la sicurezza del Policlinico» e riguardano «tutti gli operatori che hanno avuto contatti stretti e ravvicinati o sporadici e occazionali con l'infermiera» malata di tubercolosi. I dati del Gemelli sono in linea con quelli forniti dal'Istituto Superiore di Sanità. Secondo il direttore del dipartimento malattie infettive Giovanni Rezza infatti i positivi alla Tbc in Italia si aggira tra il 10 e il 20% della popolazione e l'Oms nel 2004 stimava tale percentuale nel 12%. I casi conclamati di Tbc sono invece 4.500-5.000 «e il trend non è in aumento». «L'unità di coordinamento ha chiesto di far fare i test a tutto il personale coinvolto. A me non risulta alcun caso di positività. Verificheremo col Gemelli se queste indiscrezioni sono vere», taglia corto la Polverini. Il ministro della Salute Fazio ammette di aver fatto anche lui il test per la Tbc («Attendo i risultati») e ricorda come in Italia ci sia «un caso su 5 di positività. Faremo altri approfondimenti, lavoreremo con la Regione Lazio e faremo nuove linee guida. È giusto che i cittadini, soprattutto quando ci sono bambini di mezzo, abbiano garanzie e non sentano voci discordanti. Forse c'è stato un problema di comunicazione, ma non c'è un problema di salute». Dan. Dim.

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