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Testuggine anti-manovra

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Il tempo stringe ma «i giochi non sono chiusi, c'è ancora spazio per una modifica sostanziale alla manovra». Ci crede, e ci spera, il sindaco Alemanno che ieri ha aperto la manifestazione di protesta dei rappresentanti di Regioni, Province e Comuni nei confronti di una manovra finanziaria che proprio non va. Un dissenso bipartisan che verrà espresso in un ordine del giorno congiunto. "Gli enti locali chiedono al governo di cambiare la manovra bis seguendo una strada alternativa per evitare misure con un forte impatto sociale - ha spiegato Alemanno - una protesta che rappresenta un atto di responsabilità necessario per dimostrare che, in un momento così difficile, gli effetti della manovra ricadono sui cittadini e che è possibile una strada alternativa senza impatto sociale". L'ordine del giorno congiunto rappresenta un atto politico di responsabilità da parte degli enti locali che chiedono di essere ascoltati. Un grido di allarme chiaro e forte, ribadito dalla governatrice del Lazio, Renata Polveriini. "Qualcuno sappia che non ho più intenzione di prendere solo schiaffi e che ho invece intenzione di lasciare di più di quello che ho trovato. Non ci sto a guidare una regione che ha un'eredità di 25 miliardi di debito e ad andare tra la gente che rappresento per sentirmi dire che abbiamo tagliato i servizi e introdotto i ticket. Se il governo ha deciso che non siamo più in grado di garantire i servizi - ha concluso poi la governatrice - venga con noi a dirlo ai cittadini. Questa manovra è un pasticcio che darà luogo a grandi conflitti, rischia di mettere in seria difficoltà i servizi essenziali e perseverare anche con l'interruzione di rapporti istituzionali, non aiuta". A mettere poi il dito nella piaga della Capitale ci ha pensato il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti che, numeri alla mano, ricorda di come Roma sarà chiamata a soffrire più degli altri. "Sul nostro territorio le conseguenze delle scelte che vengono annunciate saranno inevitabilmente amplificate, con un rischio grave per la ripresa economica e la coesione sociale - dice Zingaretti - è un mix di provvedimenti letale, perché a Roma e provincia lavorano circa 343 mila dipendenti pubblici, le vere vittime di questa manovra, e il blocco degli aumenti contrattuali toglierà al nostro territorio 1,3 miliardi di euro di risorse. Si colpiscono poi anche i pensionati, con 658.841 trattamenti solo a Roma. Questa non è una battaglia degli amministratori, dell'Upi o dell'Anci, è una battaglia dei cittadini". Toni diversi ma che esprimono lo stesso concetto: Roma dice no alla manovra e le conseguenze politiche, se non si cambieranno i tagli agli enti locali, saranno tutte da valutare, considerando che Alemanno e Polverini rappresentano punti di riferimento indispensabili del e nel Pdl.

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