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Andate a scuola tranquilli

Asilo nido

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L'epidemia di tubercolosi circoscritta al policlinico Gemelli non deve impensierire le mamme della Capitale. Non c'è nessun pericolo di contagio, nè in qualsiasi altra struttura ospedaliera nè tantomeno nelle scuole. Particolarmente in apprensione sono le mamme dei bimbi che andranno negli asili nido. Che potrà essere frequentato anche dai bambini nati al Gemelli. «Non ci sono attualmente problemi per l'accettazione negli asili nido dei bambini nati tra gennaio e luglio 2011 presso il Policlinico Gemelli, sia per quelli risultati positivi sia per quelli risultati negativi nell'accertamento al test per l'infezione tubercolare latente - hanno fatto sapere i presidenti delle Commissioni Politiche sanitarie, Fernando Aiuti, e Politiche scolastiche, Roberto Angelini che ieri mattina al Campidoglio hanno consultato per il problema dell'infezione tubercolare un pool di esperti: Ferdinando Dianzani e Gaetano Maria Fara, dell'Università Sapienza, Paolo Rossi di Tor Vergata e ospedale pediatrico Bambino Gesù, e il vicedirettore sanitario del Bambino Gesù Marta Ciofi degli Atti. «Ulteriori iniziative in merito - ha aggiunto il vice sindaco Sveva Belviso, che ha preso parte alla riunione - potranno essere prese nei prossimi giorni, per la parte di competenza, dall'Amministrazione Capitolina e dalle Commissioni Politiche sanitarie e Politiche scolastiche» A tranquillizzare le famiglie anche l'assessore alla Famiglia, di Roma Capitale Gianluigi De Palo. Ieri ha assicurato che «i bambini possono frequentare gli asili nido» sottolineando che «la situazione tbc è sotto controllo», perché «non ci sono casi di tbc tra gli operatori, e i bambini risultati positivi non sono in alcun modo contagiosi. Quindi, non ci sono controindicazioni a far frequentare i nidi ai bambini». «Inoltre, il regolamento comunale - ha aggiunto De Palo - specifica che eventuali controlli al personale addetto ai nidi spettano alle Asl». Non per questo, tuttavia, Roma Capitale sottovaluta il problema. «Anzi, l'amministrazione sta monitorando la situazione. Ovviamente siamo pronti a recepire qualunque indicazione operativa in merito ad eventuali azioni da intraprendere per la profilassi e la prevenzione». Insomma nessuno dorme nè sottovaluta la situazione. E così l'invito alla calma è esteso a tutti i genitori. La dottoressa Antonietta Spadea, specialista di igiene e malattie infettive e responsabile di medicina preventiva dell'Età Evolutiva IV distretto Asl Roma A ci spiega cosa succede se viene notificato un caso di positività alla tbc in una classe e quindi scatta la procedura. «I responsabili della Asl intervengono subito e spiegano al genitore il da farsi. Poi si offre il test Mantoux ai compagni di classe. Se c'è positività si fa la radiografia e se necessario la profilassi. Chi è soltanto positivo non può contagiare nessuno. Il rischio c'è solo in caso di malattia». Insomma i controlli sono a cerchio. Più casi e più si allarga il cerchio. Infine la Regione Lazio ha attivato un corso di formazione per pediatri e medici di base. «Servirà a rinfrescare certi concetti. Perché la tubercolosi, che è una malattia sociale, era scomparsa. Ma ora con la globalizzazione è tornata fra noi». Nat. Pog.

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