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Ricoverato a Psichiatria il vandalo delle fontane

Arrestato il romano di 52 anni che ha danneggiato la Fontana del Moro di Piazza Navona

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"L'ho fatto per attirare l'attenzione". Eccolo il vandalo delle fontane storiche della città, ora ricoverato per accertamenti al reparto di Psichiatria del policlinico Umberto I. Jeans strappati alle ginocchia, maglietta nera, stempiato, pochi capelli brizzolati, romano e senzatetto (anche se ha detto di risiedere a Torrevecchia), Mauro Magi, 52 anni, incensurato, alle spalle una vita di lutti e delusioni, li spiega così i danneggiamenti di tre giorni fa messi a segno a distanza di poche ore: prima alla fontana del Moro a piazza Navona, poi alla fontana di Trevi. L'altra sera alle 23 è stato bloccato dai carabinieri della stazione di piazza Farnese, individuato in via dell'Anima mentre si mischiava tra i turisti. Le ricerche dei militari sono state condotte seguendo due regole auree. Le sottolinea il comandante provinciale Maurizio Detalmo Mezzavilla: "Conoscenza e controllo del territorio". "A smascherarlo - spiega il colonello Giuseppe La Gala, del Gruppo carabinieri di Roma - un dettaglio: i colori delle scarpe da ginnastica, delle Converse All Star, tessuto celeste con una mascherina bianca sulla tomaia e suola bianca". L'identikit di Magi era stato ricostruito dai vigili urbani guardando le immagini delle telecamere di sicurezza a fontana di Trevi, riprendendo il vandalo mentre lanciava un sampietrino contro la monumentale vasca. Non solo. I militari avevano già fatto una lista degli sbandati che bazzicano il Centro e lui era tra i sospetti, da anni sbattuto tra le piazze Sant'Agostino e delle Cinque Lune, accanto al Senato. Per ora, la decisione di ricoverarlo ha evitato che Magi torni in libertà. Erano tre le opzioni in piedi entro le 23, termine delle 24 ore del fermo per l'identificazione di Mauro Magi. E cioè: la denuncia per danneggiamento aggravato ai beni dello Stato e la remissione in libertà; il trattamento sanitario obbligatorio (Tso), avanzato dal sindaco Gianni Alemanno all'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso ed eventualmente deciso dallo psichiatra del policlinico dell'Umberto I dove Magi è stato ricoverato. E l'applicazione di misure di sicurezza chieste al giudice per le indagini preliminari dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti e dal pm Francesco Minisci. Alla fine la decisione annunciata in serata dal vicensindaco Sveva Belviso: "Magi ha scelto volontariamente il ricovero". Lo stato di sofferenza di Mauro Magi è stato confermato ieri dalla sorella, impiegata all'Eni e residente in periferia. All'inizio lui si era inserito nel mondo del lavoro trovando un posto come conducente di auto a noleggio. La prima tegola. È morto il padre al quale era particolarmente legato. Poi la seconda: una delusione amorosa. Due perdite affettive che forse gli hanno tolto la lucidità. Ha vissuto quattro anni in casa della sorella, qualche cura psichiatrica, poi lo sbando. Il Comune di Roma ha annunciato che si costituirà parte civile: "Chiederemo tutti i danni - dice l'assessore alle Politiche culturali, Dino Gasperini - Chi sfregia un'opera d'arte deve pagare fino all'ultimo euro i danni materiali e morali per un reato contro un bene che appartiene al patrimonio dell'umanità".

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