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Pescante ottimista: "La nostra candidatura non teme il confronto"

Olimpiadi 2020, Alemanno spera

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Dobbiamo preoccuparci di fare del nostro meglio, tranquillamente». Mario Pescante, vicepresidente del Cio e presidente del Comitato promotore della candidatura di Roma alle Olimpiadi estive del 2020 non ostenta certo ottimismo, ma è sicuro delle potenzialità della Capitale. Presidente Pescante, i giochi ormai sono fatti. A sfidare Roma saranno Tokyo, Madrid, Istanbul, Doha e Baku. Chi la preoccupa di più? «Di certo non dobbiamo preoccuparci dell'Azerbaijan... Roma non deve preoccuparsi di nessuno, deve solo fare il proprio lavoro tranquillamente. Certo, su cinque sfidanti quattro sono reduci da candidature sfortunate e quindi hanno un dossier e un'attività di lobbing già avviati, mentre noi stiamo iniziando ora. Questo va detto per onestà intellettuale». Madrid è la candidatura dell'austerity, Tokyo quella dell'efficienza giapponese. Sono loro le nostre principali sfidanti? «Una volta entrate nella sort list tutte le candidature sono valide e i membri del Cio le valutano in maniera diversa. C'è chi propende per premiare i Paesi emergenti e Instanbul ne sarebbe favorita. Chi invece guarda con simpatia candidature normali e a misura d'uomo. Chi, ancora, potrebbe averne abbastanza di candidature grandiose che lasciano solo cattedrali nel deserto, come lo stadio di Pechino, che dopo i Giochi 2008 ha ospitato solo due finali della Supercoppa italiana di calcio». Tutti fattori che potrebbero avvantaggiare Roma. Infatti i bookmakers ci danno favoriti. «Lasciamo stare le scommesse e i bookmakers, anche se essere in testa fa sempre piacere. Ma noi dobbiamo pensare a tagliare il traguardo per primi e in questo il dossier sarà fondamentale. Il ricordo di Roma 1960 è ancora vivo e il nostro progetto terrà conto delle difficoltà del Paese. Il 70% degli impianti e delle infrastrutture necessari è già esistente. Questo ci favorisce. Però bisogna far capire alla gente che le Olimpiadi rispondono a un quesito senza risposta: vanno bene i tagli e il rigore, ma gli investimenti e la crescita? Ecco, i Giochi olimpici rappresentano la risposta: sono un investimento credibile con un termine certo. Investire nello sport vuol dire investire nel futuro». L'Italia viene da bocciature pesanti, come gli Europei di calcio 2012 e 2016. E la nostra politica non gode di grande fama. Quanto influirà tutto ciò? «L'Italia è stata bocciata ultimamente, è vero. E Chicago per l'edizione 2016? E la Francia con Annecy per i Giochi invernali 2018? E i Mondiali di calcio in Qatar? Tutti vivono grandi difficoltà, perché i Paesi emergenti ormai sono emersi. È vero inoltre che la nostra politica non è ben vista all'estero. Ma noto che anche Francia, Spagna e Germania sono in difficoltà. Abbiamo buone possibilità di ottenere i Giochi 2020, basta tenere il fronte unito».Dan. Dim.

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