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Asili nido sulle barricate senza motivo

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.La decisione delle educatrici dell'Usb (Unione sindacale di base) di accogliere i piccoli ospiti fasciate a lutto per protestare con le nuove norme regionali ha galvanizzato l'opposizione. Vari esponenti e associazioni di sinistra, complice anche il clima effervescente da pre-sciopero generale indetto il 6 settembre dalla Cgil, hanno fatto a gara per dare la loro solidarietà alle educatrici «in lotta». Sono volate parole grosse tipo «classi-pollaio» (il nido equiparato a una scuola?) e cifre astruse. «Quest'anno agli asili nido potranno essere stipati il 40% in più di bambini rispetto all'anno scorso» ha tuonato il consigliere provinciale Sel Peciola. Ma come è possibile che una struttura per 60 bambini possa contenerne altri 40? E se così fosse perché, vista la cronica mancanza di posti nei nidi della Capitale, non lo si è fatto prima? L'Unione Sindacale di Base vuole allarmare le famiglie che oggi porteranno i figli per il primo giorno al nido perché le norme «riducono il numero di educatrici in relazione al numero di bambini, nonchè la metratura a loro disposizione». Tanto basta per far insinuare al consigliere Pd Paolo Masini che il Comune «come per le mense, fa cassa sulla pelle dei bambini romani alla faccia delle sbandierate politiche per la famiglia» e torna a chiedere «che si blocchino da subito i bandi e le assegnazioni in convenzione di nidi pubblici». Domenico Naccari, consigliere Pdl e membro della Commissione Scuola di Roma Capitale gli ha già ribattuto «che proprio in questi giorni le ultime 36 educatrici vincitrici del concorso pubblico hanno ricevuto l'incarico». La maggioranza accusa l'opposizione di fare disinformazione sulle nuove norme regionali. Cosa cambia in realtà? Innanzitutto, il rapporto educatore-bambino e cioè da 1 ogni 6 a 1 ogni 7. E questo, in linea con le Regioni italiane più virtuose come Toscana ed Emilia-Romagna. Poi cambia la superficie per ogni bambino, che sarà in media di 6 metri quadri esclusi i servizi igienici (prima era di 10, compresi i servizi igienici). Assurda la cifra di 100 bimbi stipati in ogni nido. Al massimo, sarà possibile avere 7-8 bambini in più in quegli spazi che lo consentono (con casi isolati che non supereranno comunque i 10-15 bambini in più). «Ogni inserimento, comunque, sarà frutto di un'attenta valutazione alla quale parteciperanno anche i Municipi» specificano all'assessorato capitolino alla famiglia. Inoltre per la prima volta (entro il 9 settembre) possono fare richiesta di voucher tutti gli utenti con indicatore ISEE pari o inferiore ai 25.000 euro che avendo avanzato istanza di iscrizione al nido pubblico per l'anno educativo 2010-2011 siano rimasti in lista d'attesa e possano certificare l'avvenuta frequenza, a proprie esclusive spese, di una struttura educativa privata autorizzata. Il contributo massimo a famiglia è di 1.000,00 euro. Ieri all'Assessorato della Famiglia c'è stato l'incontro con i sindacati sul tema delle modifiche nella gestione degli asili nido. «Stiamo cercando di lavorare per il bene del pubblico servizio e il dialogo proseguirà nei prossimi giorni» ha dichiarato l'assessore Gianluigi De Palo che questa mattina sarà al nido «Parco Verde» nel IV Municipio per informare le famiglie sulle reali novità delle norme. «Le famiglie possono stare tranquille: le nostre educatrici avranno la possibilità di lavorare bene e di continuare a fornire, fin da domani, un servizio pubblico di qualità ai bambini loro affidati».

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