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Polverini rassicura: non è un'epidemia Fazio: fate chiarezza

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Aparlare è Renata Polverini. La governatrice del Lazio convoca la stampa, a quasi una settimana del caso-tubercolosi al Gemelli, per arginare fughe di false notizie e psicosi estive. Specialmente se è ancora fresco il risultato positivo dei test su 10 bambini venuti a contatto con l'infermiera malata. «Non c'è emergenza - spiega Polverini -, c'è solo giusta preoccupazione e c'è una Regione che risponde con la giusta tempestività per evitare ai genitori ore di angoscia». La presidente della Regione ricorda che viviamo in un Paese che non immagina che esistono migliaia di casi di tbc ogni anno (poco meno di 5000). Certo, avere 1.271 neonati a rischio contagio «fa un certo effetto, ma la nostra unità di coordinamento sta funzionando molto bene». Sulla vicenda interviene anche il ministro della Salute, Ferruccio Facio, che sta inviando una circolare a tutte le Regioni per aumentare le misure di prevenzione: «Bisogna accelerare i test, come il Lazio sta facendo, e capire come l'infezione si sia sviluppata». Intanto l'unità di coordinamento, che si riunirà ogni giorno fino a risoluzione del problema, continua a lavorare sotto il «cappello» della Regione e della Asl RmE, il cui direttore sanitario è Maria Teresa Sacerdote: «Non è stato semplice trattare tutti dati sulle nascite al Gemelli tra marzo e luglio e sulle presenze dell'infermiera. È stato fatto un gran lavoro». Il direttore di Neonatologia del Policlinico, Costantino Romagnoli, precisa che «non c'è stato alcun ritardo nella gestione dell'emergenza», facendo riferimento ad alcune ipotesi giornalistiche che descrivevano il lavoro della Procura - che ha aperto un'inchiesta sulla vicenda - diretto a verificare la protenza della risposta dell'unità di crisi, saputo della malattia dell'infermiera. Fab. Per.

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