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Le mamme: più di due anni per debellarla

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.Ventisei mesi prima di poter dormire sonni tranquilli ed essere certi che la malattia è ormai dietro le spalle. A viverla sono stati alcuni bambini della scuola elementare in via Sesto Miglio, zona Cassia. E i loro genitori. Nel maggio 2010 scoprirono che la maestra delle prime A e B dell'istituto era stata ricoverata al Forlanini con una diagnosi da brividi: turbercolosi. La vicenda si è conclusa felicemente, per ora. Sì, perché i controlli non sono ancora terminati e l'ultimo è previsto per il luglio del 2012. «Abbiamo vissuto con preoccupazione quello che è accaduto al Gemelli perché noi ci siamo già passati ed è stato un vero e proprio incubo - spiega Patrizia, 43 anni, mamma di due piccoli alunni della elementare - Mia figlia ha finito la cura a dicembre, dopo sei mesi di assunzione di un farmaco molto pesante per il fegato. Alla fine in sedici, che frequentavano la prima B, sono risultati positivi al test di Mantoux ma tutti, dopo i controlli alla Asl di via Fornovo, sono stati dichiarati fuori pericolo. Il problema - continua la donna - è che la tbc rimane latente nell'organismo per due anni e quindi ora per noi sono necessari altri dodici mesi di verifiche. Con i medici ci dobbiamo rivedere a luglio del prossimo anno». Il problema non è solo il timore di scoprire che i piccoli hanno preso la tubercolosi ma anche di scongiurare una psicosi familiare sul rischio di contrarla. «Al minimo accenno di tosse o di febbriciattola ci spaventiamo, anche se devo dire che in questi mesi mia figlia non ha avuto nemmeno un'influenza stagionale, forse perché gli antibiotici l'hanno protetta - conclude Patrizia - E la bambina, che oggi ha sette anni, non ha subito danni al fegato, come temevamo. Solo uno dei sedici piccoli non ha potuto continuare la cura, perché le sue transaminasi erano alle stelle e ha dovuto interromperla». Il «caso» scoppiò il 19 maggio dell'anno scorso. La maestra «sotto accusa» aveva accusato nei mesi precedenti una serie di strani disturbi. Si era messa in malattia più volte. E altrettante era tornata al lavoro. Senza sapere che stava rischiando di infettare i suoi alunni. Non solo. Durante le sue assenze, i bimbi venivano spostati in altre classi, con il pericolo di trasmettere la malattia ai compagni. «La maestra è stata ricoverata il 4 maggio e solo il 12 noi abbiamo saputo che cosa aveva», dichiararono all'epoca i genitori degli scolari, protestando per il ritardo con il quale la scuola aveva dato l'allarme. In seguito, però, tutti gli alunni, il personale insegnante e quello non docente vennero sottoposti ad analisi. E la rosa dei «sospetti» tubercolotici si restrinse a 16 unità. Ma, anche se molto probabilmente l'odissea si concluderà con un lieto fine generale, la paura che la tbc sia in agguato non passerà, almeno fino alla prossima estate.

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