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La stuprano in quattro e riprendono la scena con i telefonini

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L'havissuto una bulgara quarantenne, sequestrata, rapinata e violentata da quattro romeni. Tutto è iniziato alla stazione Termini tra il 15 e il 16 agosto. Qui i quattro, tra i 26 e i 33 anni, hanno abbordato la donna costringendola poi a seguirli in un piccolo paesino di provincia. Lì l'hanno soggiogata e sequestrata per tutta la notte abusando di lei. Solo l'intervento degli agenti della polizia giudiziaria della Polfer l'ha salvata. La donna, era in Italia da poco tempo per una breve esperienza lavorativa, ma aveva deciso di tornare in patria. Non trovando collegamenti dalla stazione Tiburtina, la sera di Ferragosto era andata quindi verso la stazione Termini per prendere un treno, ma l'aveva trovata chiusa e attendeva all'esterno che riaprisse. Lì fuori è stata avvicinata da quattro uomini, due dei quali l'hanno costretta a salire su una vettura. Dopo un viaggio durato circa 40 minuti la donna che non conosce Roma e non parla italiano, si è trovata in una località a lei sconosciuta. Portata di forza in un appartamento, i quattro uomini l'hanno picchiata e violentata per tutta la notte, documentando lo stupro con i propri telefonini per conservare un «ricordo». L'appartamento che si trovava a Riano era di uno degli aggressori, che probabilmente ci viveva con la moglie. Al termine della violenza tre degli stupratori se ne sono andati, lasciando la vittima prigioniera del loro complice, che però si è addormentato. La donna non si è lasciata scappare l'occasione e, dopo avergli sottratto il cellulare, è scappata uscendo da una finestra. Si è fatta accompagnare da un uomo all'ambasciata bulgara e il personale diplomatico ha denunciato il fatto. Quindi è riuscita a portare gli agenti a Riano e, poco dopo, i suoi aguzzini sono finiti in manette.

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