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L?ATTACCO

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Anchein casa Udc con le istituzioni locali «chiuse per ferie» è arrivato il momento di fare chiarezza. Del resto gli attriti tra le due «anime» del partito, soprattutto negli ultimi tempi si sono acutizzati al punto tale da arrivare all'inconsueta "autodenuncia" di presunte illegalità sul tesseramento di Roma e provincia tanto da sospenderlo. Un clima dei veleni al quale il vice presidente della Regione Luciano Ciocchetti dice basta. E colpisce duro all'interno del suo stesso partito. «La mancanza di democrazia nei partiti è un grave fattore per l'ambiente politico. La selezione della classe dirigente è fatta al contrario. Si fa polemica sulle liste bloccate - dice Ciocchetti - ma i listini regionali sono peggio. Il sistema non funziona e degenera. Sono tanti quelli che vengono nominati senza confronto elettorale, con la pretesa di far da padroni. La necessità di rivedere il sistema istituzionale è impellente. Basta scelte non condivise, affidate a chi non ha legami col territorio, a personaggi che alla responsabilità del quadro complessivo antepongono personalismi. Tutti coloro che hanno a cuore il nostro partito dovrebbero fare la loro parte». Un messaggio chiaro dentro e fuori la Pisana che Ciocchetti manda direttamente a Pierferdinando Casini. «Le decisioni di Casini, che ci guidano con coraggio, ci rendono orgogliosi ma a livello nazionale e regionale classe dirigente e amministratori sono costretti a subire una sorta di anarchia. Manca democrazia nel partito e spesso un grande leader non basta. Serve rimettere al centro la democrazia, la legittimazione e la selezione. Bisogna aprire il partito - conclude Ciocchetti - ma anche rispettare chi ha lavorato e lavora tra la gente». Sus. Nov.

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