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Trapoco la scritta potrebbe comparire all'ingresso del Pronto soccorso di Tor Vergata, dal quale lunedì si è levato un grido di allarme per la grave situazione in cui si trova l'organico sanitario. Una lettera firmata da tutti i medici-chirurghi del Pronto soccorso, indirizzata alla direzione sanitaria, al direttore generale del Policlinico, al direttore sanitario aziendale, al direttore amministrativo, parla di un vero e proprio collasso operativo. «Il Pronto soccorso formalmente e sulla carta - si legge nella missiva - presenta un organico adeguato, se non fosse che diverse unità di medici assunti dalla graduatoria del Pronto soccorso sono stati dirottati su altri reparti della stessa struttura ospedaliera per cui non sono effettivamente operanti presso il servizio di assunzione, come invece risulta dagli elenchi in possesso della Regione». Un calo fisiologico dell'organico al quale si sono aggiunti mancate sostituzioni, esenzione dai turni notturni e riduzione di ore settimanali dell'orario di lavoro ad alcuni operatori aventi diritto. Tradotto in numeri le postazioni del Pronto soccorso di Tor Vergata (che oltre a coprire gran parte di Roma sud ha accolto anche il flusso degli utenti di Frascati dopo la riorganizzazione sanitaria regionale) contano soltanto «5 medici in servizio diurno e 3 medici in servizio notturno, rinunciando molte volte al riposo dopo il turno notturno o fornendo ore di straordinario» segue ancora la lettera, nella quale si sottolinea come in agosto «si sia di fatto eliminato il riposo dopo il turno notturno». Come se non bastasse i medici segnalano «un altro grave problema che riguarda i pazienti che sostano in Pronto soccorso nel settore Breve Osservazione. Secondo il decreto regionale 73/2010 il numero dei posti letto dedicato a questi pazienti per Tor Vergata non deve superare il numero di 12; fin dall'istituzione del Pronto soccorso, invece, i pazienti in osservazione e in attesa di ricovero hanno superato di gran lunga il numero di 12, arrivando a punte di 70, ciò in costante situazione di illegittimità e pericolo per la salute dei degenti». Il tutto ovviamente aggravato dal legittimo piano ferie. «Occorre intervenire immediatamente, senza se e senza ma - incalza Duccio Prosperi della segreteria Uil Università e Ricerca - sulle strutture sanitarie di emergenza infatti responsabilità e sensibilità da parte dell'amministrazione regionale non possono essere condizioni opzionali perché questo significa salvare vite umane. Tutto questo in attesa, ancora, del riconsocimento del Dea da parte della Regione del Dea di Tor Vergata». I medici chirurghi del reparto di prima emergenza di Tor Vergata sono determinati e, in assenza di un immediato riscontro, sono disposti a rivolgersi a tutte le sedi istituzionali competenti, dalla commissione garanzia del Senato fino alla Procura della Repubblica.

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