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Scout si perdono. Il pastore li trova

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Paura Sei ragazzi tra i 12 e 16 anni romani «scompaiono» sui Monti Ernici

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Lasquadriglia Aquile del Gruppo Roma 47, sei ragazzi romani tra i 12 e i 16 anni per la prima volta al campeggio dell'Agesci, avrebbe dovuto esplorare un nuovo sentiero lungo la Costa dei fiori, sui Monti Ernici. E invece venerdì pomeriggio ha perduto l'orientamento. Alle 20 è scattato l'allarme al campo base a Prato di Campoli, in provincia di Frosinone, dove li attendevano gli altri 1.400 «esploratori» e «guide» per l'ultima giornata all'aria aperta prima del ritorno in città dopo duecento «missioni» alla scoperta della natura. «Abbiamo superato il bivio seguendo un percorso segnato dal Cai», spiega il Capo Squadriglia, D., cui erano affidati i ragazzi più piccoli. «Abbiamo raggiunto un rifugio in alta quota dove si vedeva la vallata. In lontananza le luci del campo. Siamo tornati sui nostri passi ma qualcosa è andato storto». Il gruppo di adolescenti non è riuscito a trovare la strada nella fitta boscaglia. E così gli organizzatori del camping, il primo di dimensioni così grandi, hanno chiamato il Corpo forestale che ha fatto subito partire le ricerche. Nel frattempo la Protezione civile regionale ha a sua volta allertato le forze dell'ordine. I primi a partire sulle tracce degli esploratori che avevano perduto la bussola sono stati gli stessi capi scout che, accompagnati dal sovrintendente Roberto Pomponi della Forestale, si sono incamminati lungo il sentiero che porta al rifugio sui Monti Ernici. A dare loro aiuto anche Emilio, un pastore che porta il gregge al pascolo nella zona, che poco prima aveva sentito in lontananza le voci dei ragazzi. Nel frattempo a Prato di Campoli sono giunti carabinieri, polizia, vigili del fuoco e Soccorso alpino che, a bordo di fuoristrada, si sono avviati sul tracciato che i gli adolescenti avevano detto di voler esplorare prima di partire. Proprio grazie al pastore, alle 22 i capi scout sono riusciti a rintracciare gli infreddoliti ragazzini e li hanno riaccompagnati all'inizio del sentiero, dove le forze dell'ordine li hanno condotti in auto al presidio medico allestito nel campeggio. Provati dall'esperienza ma per nulla impauriti, i giovani si sono rifocillati e riscaldati. Poi hanno telefonato alle famiglie per raccontare l'avventura, fortunatamente a lieto fine. Ale. Zav.

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