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«Era una furia, faceva paura»

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«Sonostati momenti di terrore, ci siamo barricati tutti nei nostri appartamenti ma abbiamo sentito i rumori della sua violenza tutta la notte». A parlare sono diversi inquilini del palazzo dove venerdì notte un romano di 40 anni ha tentato di entrare a casa della sua ex fidanzata minacciandola ed è poi morto durante un inseguimento della polizia. Il palazzo è stato danneggiato in diversi punti: Bernardino Budroni ha sfondato il vetro del portone e spezzato una grossa maniglia di legno, poi, probabilmente con un cacciavite, ha danneggiato la porta dell'ascensore: ci sono infatti diversi buchi sulle ante di ferro di colore rosso. Al secondo piano, invece, ha cercato di sfondare la porta dell'abitazione dell'ex fidanzata, ma senza riuscirci. A quel punto la donna ha deciso di dare l'allarme, chiamando le forze dell'ordine. L'uomo ha mandato in frantumi anche i vetri di un gabbiotto ai piedi del palazzo: si trova al centro tra due edifici dove probabilmente lavora un guardiano. «Abbiamo sentito tre rumori consecutivi molto forti poco prima dell'una - hanno spiegato gli inquilini del palazzo - poi la rottura di un vetro e dopo alcuni minuti una sgommata di un'auto. In seguito, intorno alle 3 sono tornati i rumori e prima delle 5 abbiamo visto le auto della polizia e sentito un parapiglia». L'edificio si trova in via Quintilio Varo, nel quartiere Tuscolano-Cinecittà, è di 4 piani, in un quartiere con viali alberati e diversi palazzi. «Era una situazione di vero pericolo, sentivamo urla e avevamo la percezione - hanno raccontato - di un uomo che si comportava come una furia, credevamo addirittura che ci fossero più persone. In quelle ore poteva ritirarsi in casa chiunque e rischiare di essere coinvolto nella situazione ed essere aggredito». «Accompagnare il cancello, non sbatterlo». Probabilmente Bernardino Burdoni non deve aver questo rispettato questo cartello. Gli abitanti del comprensorio di via Quintilio Varo dicono infatti di aver sentito forti rumori verso le tre di questa notte, «era una vera e propria furia» dice qualcuno. Il cartello, scritto a penna, è affisso sulla guardiola del portiere del comprensorio, dove sono ancora evidenti i segni della collera sfogata dall'uomo prima di lasciare lo stabile. L'uomo ha poi divelto alcuni vetri di un gabbiotto ai piedi del palazzo, ora recintato con del nastro bianco e rosso. Diversi i passanti, perlopiù residenti della zona, che si sono fermati ieri pomeriggio lungo la strada ad osservare il palazzo, dopo aver appreso che qui ha avuto inizio l'inseguimento mortale. in molti si domandavano come nessuno l'altra notte sia rimasta ferita. Alcuni residenti hanno detto dalle finestre che scendere per le scale o in strada era troppo rischioso, avendo visto Budroni che distruggeva qualsiasi cosa toccava. Red. Cro.

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