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Una legge contro le lucciole

Gianni Alemanno

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In prima persona per affrontare i temi della sicurezza, del decoro e dell'immagine della Capitale d'Italia. Il sindaco è sceso nuovamente in campo sul tema delicato della prostituzione considerate le implicazioni criminali ma anche sociali e umane. L'altra notte Gianni Alemanno ha seguito la polizia municipale in un'operazione di contrasto alla prostituzione. Non è la prima volta, non sarà l'ultima vedere il sindaco metterci la faccia sfidando prevedibili critiche e cinismo politico. Sulla sicurezza ha vinto, sulla sicurezza potrebbe scivolare alle prossime comunali se i romani non avranno una percezione diversa sul tema. Per dovere di cronaca l'operazione ha impegnato 100 agenti e una trentina di pattuglie della municipale; le donne fermate sono state 60, tutte dell'est; identificati e verbalizzati i clienti in loro compagnia. «Non è una operazione straordinaria - spiega Angelo Giuliani comandante della polizia capitolina - si inserisce in una programmazione di attività connessa al rispetto delle regole che fanno il decoro della città». Nella realtà il bilancio della "retata" è più crudo. Su 60 lucciole, due hanno detto di essere incinta e tre sono minori. Notte di lavoro per la Municipale, notti tutte sotto lo stesso incubo per le schiave del sesso di piazzale dell'Industria, via Ardeatina e via Salaria. «Non è la prima volta che la polizia municipale si fa carico di questa operazione complessa. Si tratta di una piaga ancora presente in città anche se il fenomeno è molto diminuito grazie a questi interventi e alle ordinanze che abbiamo fatto». Alemanno che pur da sindaco non ha mai smesso i panni del leader politico entra nel vivo perché «tutto questo è la Roma che non vogliamo». «Il problema vero è che ci vorrebbe una legge che dichiarasse che la prostituzione in strada è un reato per intervenire in termini repressivi e da un punto di vista sociale. Continueremo su questa strada ma chiediamo allo Stato un intervento serio e vero. Non è solo per un fatto di decoro - dice Alemanno - ma non è moralmente accettabile l'immagine di persone costrette a vendersi per guadagnare qualche euro». E arricchire mascalzoni come quel pappone che ha rispedito in strada una 15enne romena 24 ore dopo l'aborto o clienti come i tre balordi di Settecamini che hanno approfittato della lucciola che poi hanno rapinato. Ecco, anche a tutto questo Alemanno deve porre un freno ma senza lo Stato e una legge specifica sarà impossibile arginare di più il fenomeno. E la «colpa» non potrà essere solo del sindaco di Roma.

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