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Accuse all'Acea dopo l'incendio È scontro governo-Campidoglio

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Èscontro tra Roma Capitale e governo sulle responsabilità dell'incendio di domenica scorsa alla stazione Tiburtina. Dopo che il sindaco Gianni Alemanno, nei giorni passati, ha chiesto a Ferrovie e ministero dei Trasporti di fare luce sulle cause dell'incidente e farsi carico dei costi che verranno sostenuti per riparare i danni, il dicastero di Altero Matteoli attacca l'Acea e il Comune. Succede tutto a margine dell'audizione in commissione Trasporti, alla Camera, del viceministro leghista Roberto Castelli. «L'Acea, l'azienda per l'erogazione di elettricità e acqua romana, potrebbe essere chiamata - dice Castelli - a rispondere dei danni provocati dall'incendio, in quanto in quelle ore sarebbe stata sospesa l'erogazione dell'acqua creando gravi difficoltà allo spegnimento dell'incendio». Castelli risponde così alle richieste di aiuto economico avanzate da Alemanno: «Per quanto riguarda la proprietà ci sarà un'assicurazione, ricordo però che, almeno dalle notizie che abbiamo avuto, mancava l'acqua. Non è stato possibile utilizzare le macchinette antincendio ed è stato necessario far arrivare le autobotti da distanza e questo ha creato difficoltà e ritardi nelle operazioni di spegnimento del fuoco». L'accusa lanciata a inizio pomeriggio è durissima. Tanto da scatenare l'ira del Campidoglio e della municipalizzata che dirama un comunicato di smentita: «Acea conferma che la rete idrica comunale che alimenta le utenze idriche della stazione Tiburtina è sempre stata alimentata secondo le normali condizioni di fornitura. Infatti per tale area non era previsto alcun fuoriservizio, né si è verificato». L'Acea precisa di essere in possesso della documentazione necessaria che attesta la normale fornitura: «Sorprende - continua l'azienda - che un viceministro della Repubblica possa avanzare sospetti e accuse così rilevanti nei confronti di una società quotata in Borsa, senza aver verificato la fondatezza delle informazioni e senza aver chiesto una qualsiasi informativa all'Acea sui fatti». La risposta, dunque, è altrettanto dura. Alimentata dalle parole dello stesso Alemanno che invita «Castelli a stare molto attento quando rilascia certe dichiarazioni». Tanto che il viceministro è costretto a tornare sui suoi passi. Almeno in parte. «Non ho mai addebitato alcuna responsabilità ad Acea, ma ho solo descritto i fatti, evidenziando la sfortunata coincidenza con l'assenza di acqua nella zona». Insomma, Castelli non sembra mollare del tutto l'accusa. E la guerra tra Campidoglio e Trasporti per il pagamento dei danni a Tiburtina è aperta. Sul ripristino totale della stazione, intanto, i tempi sono incerti. Per ora restano attivi sei binari su 25. I treni viaggiano quasi regolarmente ma in ritardo (specialmente i regionali), provocando ancora disagi ai pendolari. Il ministro Altero Matteoli spiega che sono però stati rimborsati i biglietti per un totale di 680 mila euro. Ai passeggeri che protestano spiega: «Non siamo attrezzati per i miracoli, ma stiamo tornando alla normalità». Invita tutti a non protestare perché «sulle autostrade d'Europa mi è capitato di vedere code di 20 chilometri e nessuno si lamentava». Infine, sul fronte delle indagini, precisa che «non si esclude l'ipotesi del dolo».

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