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Bimba affoga e muore. Patrigno picchia il medico

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Èaccaduto a un medico del pronto soccorso del San Filippo Neri, preso a calci e pugni dopo aver dato notizia della morte della bimba al compagno della madre. Il medico, che ha denunciato l'aggressione, avrebbe riportato un trauma cranico e ferite sul volto guaribili in venti giorni. La bimba era arrivata in condizioni critiche all'ospedale e, assicurano dal nosocomio, è stato fatto di tutto per rianimarla. I medici hanno tentato il possibile per un'ora e 50 minuti visto che era arrivata al pronto soccorso in arresto cardiaco. Secondo quanto si è appreso, l'aggressione è avvenuta nei locali del pronto soccorso. Il patrigno ha chiesto chi aveva tentato di rianimare la bimba. Quando il medico si è fatto avanti lo ha colpito con una gomitata e una volta gettato in terra lo ha preso a calci. La bambina, Denise B., alle 19,10 stava facendo il bagno nella piscina che si trova nell'abitazione del patrigno, che abita a Casalotti, in via Camelio. Probabilmente a causa di una congestione si è sentita male e a quel punto è stato chiamato il 118. «La paziente è giunta priva di coscienza in arresto cardiorespiratorio, in asistolia, con midriasi fissa, areflessica. Al momento dell'arrivo in pronto soccorso erano presenti in sala emergenza il medico d'urgenza e l'anestesista rianimatore con tutta l'equipe, preavvisati dal 118. Sono state praticate prontamente tutte le manovre rianimatorie, già iniziate dagli operatori del 118, secondo i protocolli Acls (Advanced Cardiac Life Support). Nonostante i tentativi di rianimazione e la pronta Iot (Intubazione OroTracheale) tutti i tentativi sono stati vani. Il sanitario aggredito, con prognosi di 20 giorni, ha sporto denuncia all'autorità giudiziaria tramite Commissariato di polizia di Primavalle», ha spiegato la direzione del San Filippo Neri. «Comprendiamo lo stato d'animo e di disperazione dei familiari della bimba deceduta - dichiara il direttore generale Domenico Alessio - Nulla però può giustificare atti di grave violenza». Intanto l'Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma rilancia l'allarme sul disagio e i rischi crescenti per la professione. Come già deliberato nell'ultima assemblea degli iscritti, l'Ordine offrirà gratuitamente l'assistenza legale e si costituirà parte civile per l'aggressione nei confronti del medico. «Il nostro primo pensiero va alla ragazza deceduta e ai suoi familiari - dichiara il presidente dell'Ordine, Mario Falconi - ma, purtroppo, quello che abbiamo appreso dalla Direzione sanitaria dell'ospedale è che si è trattato di una vera e propria aggressione, non giustificabile neanche in quella drammatica circostanza».

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