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Quote rosa, il Tar del Lazio annulla la giunta Alemanno

L'aula Giulio Cesare, sede del Consiglio comunale

La Sensi neo-assessore alla promozione della città e sport

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I giudici della seconda sezione del Tar del Lazio hanno accolto i ricorsi presentati dai Verdi di Angelo Bonelli e dalle consigliere comunali di centrosinistra di Roma, Gemma Azuni e Monica Cirinnà, firmati anche dalle consigliere di parità della Provincia di Roma, Franca Cipriani, e della Regione Lazio, Alida Castelli, sul mancato rispetto della rappresentanza di genere nell'attuale giunta capitolina. I giudici hanno quindi annullato, come d'altra parte si prevedeva dopo che l'altro ieri si erano riservati la decisione, la giunta capitolina per il mancato rispetto delle quote rosa. Le due consigliere di centrosinistra avevano presentato ricorso contro la composizione dell'esecutivo comunale decisa dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, a loro parere in netto contrasto con quanto previsto dallo Statuto del Comune di Roma nell'articolo 5, contestando al sindaco una presenza squilibrata a favore degli uomini nell'esecutivo. Al momento, infatti, su 12 assessori capitolini solo uno, Sveva Belviso, è donna. Il segretario del Pd di Roma, Marco Miccoli, parla di un "altro schiaffo ad Alemanno", stavolta sulle quote rose, che "fa l'ennesima figuraccia di questi suoi tre anni di disastri". "Vale la pena ricordare - aggiunge Miccoli - i numeri del fallimento di Alemanno: tre rimpasti di giunta, tre assessori al bilancio sostituiti, quattro capi di gabinetto mandati via, due vicecapi di gabinetto che sono fuggiti. Stessa sorte anche per due direttori esecutivi del Campidoglio. E poi tre presidenti e tre amministratori delegati di Atac sostituiti, al pari di tre amministratori e tre presidenti della società Risorse per Roma".   «Dopo la sentenza del Tar, la ricomposizione politica della giunta comunale di Roma è tutta nella responsabilità del sindaco. Le decisioni saranno prese da lui. Detto questo, sommessamente ricordo soltanto che i romani hanno votato Gianni Alemanno e Mauro Cutrufo, sindaco e vicesindaco, come ticket. Perciò chiedere le dimissioni di Cutrufo sarebbe un pò come chiedere le dimissioni di Alemanno». Lo afferma il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Rotondi, a chi lo interpella sulle voci susseguitesi in questi giorni sulla intenzione del sindaco di sostituire Cutrufo per fare spazio a un assessore donna, risponde: «Alemanno non ha mai proposto al partito la sostituzione di Cutrufo, è una volontà mai manifestata». Poi smentisce che nel Pdl si siano create «tensioni», con la componente democristiana, di cui gli stessi Cutrufo e Rotondi sono esponenti.

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