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Dall'immondizia luce, scuole e asili

discarica

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«Quando sono scesa dalla macchina ho subito provato a sentire l'odore della discarica. E non ci credevo: non si sentiva quasi niente». La governatrice Polverini è appena arrivata nella discarica di Peccioli, piccolo paese di cinquemila anime in provincia di Pisa. È venuta qui per toccare con mano la discarica e gli impianti che lavorano i rifiuti da riprodurre a Fiumicino nella zona di Pizzo del Prete-Castel Campanile. E non ha più dubbi: «Non c'è impatto ambientale e conviene a Comune e cittadini». In effetti la puzza non si sente e la discarica è immersa tra verdi colline costellate di agriturismi e casolari. Gli abitanti della frazione di Legoli sono i primi ad essersi accorti dei benifici grazie all'energia che viene dai rifiuti con cui vengono riscaldate le loro case. «Qui produciamo energia elettrica da biogas - spiega il presidente della Belvedere spa Renzo Macelloni - 11 milioni di kilowatt annui ed energia termica recuperata dal sistema di trattamento del percolato». Un'area di 25 ettari accoglie ogni giorno circa 1.000 tonnellate di rifiuti, 300.000 l'anno (a Malagrotta 1,5 milioni) da Firenze, Pisa, Prato e Massa Carrara (oltre a una piccola parte dei rifiuti di Napoli). «Qui non si riscontrano le anomalie che invece vediamo a Malagrotta - dice entusiasta Polverini - qualcuno dice che a Fiumicino gli agriturismi chiuderanno, questa è la dimostrazione che non è vero». L'impianto che si vuole costruire a Fiumicino non accoglierà il cosiddetto «tal quale», ma solo rifiuti trattati. Come a Peccioli, l'immondizia verrà lasciata «seccare» per produrre biogas. Energia che il Comune vende all'Enel e da cui ricava 3 milioni l'anno. Con gli 8 milioni che gli passa la società Belvedere (il 40% del fatturato) si arriva a 11. Introiti che permettono ai cittadini di questo piccolo paese di non pagare l'addizionale Irpef e di avere le tasse locali ferme da 18 anni. La società che gestisce il sito, e che la Regione vorrebbe riprodurre a Fiumicino, è mista pubblico-privato. È composta al 65% dal Comune di Peccioli e al 35% da azionarato popolare, un migliaio di soci residenti. La Regione vorrebbe esportare questo modello anche nel Lazio coinvolgendo il Comune di Roma e quello di Fiumicino. Potrebbe partecipare anche la Regione con la nuova società Lazio Ambiente nata per salvare il Consorzio Gaia. «Inviteremo amministratori e cittadini a visitare questo sito per rendersi conto dei vantaggi», spiega Polverini che spera di poter riprodurre in scala più grande i benefici del piccolo comune toscano. Una miniera d'oro spiega il sindaco Crecchi: «Più di dieci milioni da spendere ogni anno in scuole, assistenza e asili nido». E per coinvolgere la gente vengono organizzati concerti, sfilate e convegni. Ovviamente, tutti in discarica.

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