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Continua lo scontro sul pedaggio del Gra

Traffico sul Grande Raccordo Anulare

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Alemanno non esclude il ricorso a vie legali. Castelli parla di minacce nei suoi confronti e fa sapere che non si lascerà intimorire: anche oggi la querelle, che ormai va avanti da giorni, tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli sul pagamento dei pedaggi del Grande Raccordo Anulare è proseguita con accenti sempre più infuocati. A gettare altra benzina sul fuoco ci ha pensato in serata Mario Borghezio per il quale "ai romani che non vogliono pagare il Gra bisognerebbe fare un trapianto di cervello". Immediata la replica della governatrice del Lazio Renata Polverini: "La volgarità e l'arroganza della Lega supera ogni limite. Le parole di Borghezio sono indecenti", ha tuonato. "I romani devono fare il trapianto del cervello? qualcuno dovrebbe cominciare ad usarlo..," ha aggiunto la Polverini. Intanto stamani Alemanno si è augurato che "questa storia sia finita. Ma se si continua su questa strada potremo anche prendere iniziative simili", ha sottolineato ai cronisti che gli chiedevano di un'eventuale querela nei confronti del viceministro Roberto Castelli, il quale in una intervista pubblicata oggi da "Il Tempo" aveva corretto leggermente il tiro: "I romani non pagheranno alcun balzello, quindi per Gianni Alemanno cessa la materia del contendere" per poi, però, aggiungere: "Confermo che i politici romani e non i cittadini sono, per quanto riguarda le infrastrutture, sia ben chiaro, culturalmente arretrati. Anzi, diciamo che hanno una mentalità vecchia, sperando che nessuno si offenda". "Spero Castelli - ha aggiunto Alemanno - abbia finito con questa storia. Già prima dell'ordine del giorno non era previsto il pagamento per chi si sposta all'interno della capitale. Ora l'odg è chiaro anche sui pendolari e non ci si può arrampicare sugli specchi".  Per Alemanno bisognerebbe trovare "altre soluzioni come ad esempio rivedere il contratto di servizio con la società Autostrade. Stamani - ha concluso Alemanno - ero in un mercato popolare di Roma e i cittadini mi chiedevano di farli smettere con le offese gratuite alla città e ai romani e di denunciare quelli della Lega. Non si può creare a livello popolare questa irritazione magari solo per qualche titolo di giornale e qualche voto in più in Padania".  Ma Castelli nel pomeriggio è tornato di nuovo sulla vicenda sostenendo che "dopo le parole del sindaco Alemanno, è ormai chiaro che negli ambienti romani si è passati alle minacce nei miei confronti. Ma io di certo non mi lascio intimorire. Ricordo che la legge - ha concluso - è dalla parte del governo".  

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