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Il casale degli orrori è un residence

Il casale degli orrori è un residence

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Nulla è cambiato nel casale di Ponte Galeria dove tre anni fa una coppia di turisti olandesi fu brutalmente aggredita e rapinata da due pastori romeni. Lui fu massacrato a bastonate, lei violentata. Era la notte tra il 22 e il 23 agosto del 2008. L'edificio è ancora lì. Non è stato né demolito né riqualificato. Anzi, è diventato dimora dei senzatetto, che hanno portato divani, poltrone, vettovaglie e letti con tanto di materassi e lenzuola. All'indomani della violenza il sindaco Alemanno aveva assicurato che entro cinque giorni sarebbe stato messo in sicurezza, «o murandolo o abbatendolo». In effetti qualcosa fu fatto. La protezione civile recintò tutta l'area che si affaccia sulla Portuense per evitare che qualcuno potesse tornare ad accamparsi accanto al rudere. Le finestre sono state murate. Ma avvinarsi è diventato tutt'altro che impossibile. La rete di protezione è stata tagliata e la porta dell'edificio è stata sfondata. Così gli sbandati sono potuti tornare nel casale e cumuli di immondizia sono stati ammassati ovunque. Bottiglie e sacchetti di plastica, pneumatici e calcinacci. Oltre agli alloggi di fortuna all'interno dell'edificio, alcuni nomadi hanno costruito una piccola baracca nascosta dalla fitta vegetazione al lato della Portuense. E pensare che nell'estate del 2009 il Campidoglio aveva presentato un bando per il recupero dei casali agricoli ormai dismessi. Bando chiuso nel febbraio dello scorso anno con all'attivo ottanta proposte di riqualificazione. Avrebbero dovuto ospitare agriturismi, fattorie didattiche, case famiglia o sportive. Evidentemente il casale di Ponte Galeria non è stato considerato. Così come il casolare nel parco di Pineta Sacchetti vicino al quale una diciassettenne è stata violentata da un branco di ragazzi il 30 aprile scorso. La storia della coppia di olandesi, che nell'ottobre del 2009 è tornata a Roma invitata da Alemanno, non ha insegnato. Aldilà dell'indiscutibile pericolo di avventurarsi e accamparsi in aperta campagna, soprattutto di notte, resta il fatto che questo casale potrebbe ancora una volta tornare a far parlare di sé. (ha collaborato Chiara Garzilli)

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