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Indagato ex tesoriere Idv E in un pc regali e bonifici

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Il presidente della Confcommercio Roma Cesare Pambianchi

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Fino a dieci giorni fa era il tesoriere regionale del Lazio dell'Idv. E da due giorni il suo nome compare invece nella lista degli indagati della procura di Roma. Norberto Spinucci è infatti il numero 42 della lista delle persone coinvolte nell'inchiesta sulla presunta evasione fiscale che ha portato dietro le sbarre il presidente della Confcommercio Roma Cesare Pambianchi e il suo collega-commercialista Carlo Mazzieri. Spinucci, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi, avrebbe compiuto illeciti penali. Nell'ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari Giovanni De Donato ha scritto: "Assegni per l'importo complessivo di euro 1.100.000, girati da Omero Angeli in qualità di legale rappresentante della Citiesse srl e versati da Norberto Spinucci sul conto corrente di Enedina Sgrò (madre di Scicchitano), la quale in data 12 maggio 2010 emetteva un assegno di 1.052.000 versato su un altro conto corrente appositamente acceso dal quale disponeva un bonifico a favore del figlio Sergio Scicchitano per l'importo di euro 1.051.980". Norberto Spinucci è un consulente dello stesso Scicchitano, che a sua volta ha subito respinto tutte le accuse avanzate dagli investigatori che nel giugno 2010 hanno avviato le indagini in seguito ad anomale compravendite immobiliari. Da lì è infatti partita l'inchiesta che ha travolto l'imprenditoria romana. Secondo i pm, lo studio Pambianchi & Mazzieri avrebbe agevolato centinaia di società per portare all'estero società ed evitare così di finire sotto processo per bancarotta fraudolenta. «Sono certo di poter chiarire la mia posizione - ha detto Scicchitano - sono totalmente estraneo a qualunque tipo di "cricca", non ho mai fatto l'imprenditore essendo ciò incompatibile con la mia professione di avvocato e non ho mai avuto rapporti professionali con Pambianchi. Ho piena fiducia nella magistratura, però, pur essendo un garantista, ho ritenuto doveroso presentare le mie dimissioni da tutti gli incarichi». Intanto proseguono gli accertamenti della Finanza dopo le perquisizioni e i sequestri. Adesso in mano agli investigatori ci sono una serie di carte che dovranno essere esaminate. Secondo chi indaga, nel tempo sarebbero state date mance ai portieri per Natale e Pasqua, ma anche ai postini, fino ai biglietti per la partita Arsenal-Londra o Roma-Milan. Sarebbero le voci di spese, «regalie», presenti in uno dei file trovati in una pen drive di Carlo Mazzieri. Un lungo elenco della cui gestione sarebbe stata addetta la stretta collaboratrice di Mazzieri, Ines Aschi. Era lei, si legge nel provvedimento cautelare emesso dal gip, addetta alla gestione della prima nota, ovvero di tutte le spese correnti dello studio. Nell'elenco delle "varie" ci sono spese per regali, biglietti al teatro Sistina, per la "partita del cuore", per rimborsi taxi, alberghi, benzina, per raccomandante o bonifici in Bulgaria e Inghilterra dove le società erano spesso trasferite per evitare il fallimento e il pagamento delle imposte. Nella lista poi si legge anche "rimborso regalo Agenzia entrate", "rimborso regalo banca Lodi", "regali Credem". Non solo questo elenco è tra quelli finiti all'esame degli investigatori. C'è anche una lista delle società trasferite all'estero per evadere il fisco trovata in un ufficio di Marco Adami, stretto collaboratore dello studio di commercialisti Pambianchi & Mazzieri, nel corso della perquisizione effettuata il 16 settembre dello scorso anno. In un file, denominato "Trasferite da Dic. 05" e aggiornato all'8 febbraio del 2007 c'è il nome di 42 aziende. Saranno infine le quindici persone raggiunte da provvedimento di custodia cautelare in carcere, tra cui anche il presidente della Confcommercio, Cesare Pambianchi, i primi ad affrontare l'interrogatorio di garanzia. Oltre a Pambianchi verrà ascoltato anche l'altra figura chiave dell'indagine: il commercialista Carlo Mazzieri. La maggior parte degli indagati intende avvalersi della facoltà di non rispondere: una scelta dettata dall'esigenza di voler conoscere in modo approfondito l'ordinanza di arresto di quasi 700 pagine. Dopo i quindici toccherà ai 27 ai domiciliari e ai quattro destinatari di misure interdittive. Per coloro che non sono dietro le sbarre, infatti, il codice prevede un termine più ampio, cinque giorni, per procedere a tale atto istruttorio.

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