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Mattanza a Tor Sapienza

Mattanza a Tor Sapienza

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«Ho fatto brutti sogni, ho visto mostri». Poi la mattanza nella sua casa in via Joris Pio, a Tor Sapienza. Ha ucciso la nonna e ferito la sorella, ricoverata al policlinico Casilino. Lui è Paolo Mistrella, 27 anni, un ragazzo dal curriculm d'oro. Si è laureato in ingegneria elettronica trasferendosi per una master a Londra dalla quale era tornato da poco. Le sue manie di persecuzione si sono aggravate: è apparso rabbuiato, quasi sconvolto. Ieri mattina intorno alle 9,45 il raptus con un coltello da cucina. Nell'appartamento al secondo piano, prima ha ferito gravemente la sorella Enrica, 23 anni, colpendola alla gola, alla schiena, inseguendola in strada, risparmiandola quando l'ha vista entrare nell'abitazione di un vicino. Poi è tornato nella palazzina del terrore, al piano di sopra, dove viveva la sonna Ida Marcelli, 86 anni. Le ha aperto la pancia con un fendente ed è uscito in strada, vestito con maglietta e pantoloncini corti neri, scalzo e col coltello ancora in mano. Ha telefonato al padre architetto: «Papà, ho fatto un macello, voglio uccidermi». Lui ha tenuto duro: «Stai tranquillo, si sistemerà tutto». Sul posto sono arrivati i poliziotti del Commissariato Prenestino, della Scientifica, poi della Squadra mobile. Paolo Mistrella era ricercato. Alle 18 circa, la notizia da via Trivelli: lui è stato trovato in stato confusionale dai carabinieri del Nucleo radiomobile. Il ragazzo prima è stato portato in ospedale per un controllo, poi nella caserma del Nucleo investigativo di via In Selci, coi piedi nei copriscarpe della Scientifica, interrogato dal responsabile della sezione Omicidi Bruno Bellini. Arrivano il comandante del Nucleo, il colonnello Lorenzo Sabatino, del Reparto operativo, Salvatore Cagnazzo, e gli avvocati del ragazzo. La follia è finita, è rimasta negli occhi di chi ha assistito alle scene. «Stavo tornando a casa - racconta un vicino di casa - quando ho sentito strillare. Ho girato lo sguardo e ho visto la ragazza che tentava di fuggire e dietro di lei il fratello. Abbiamo aperto il cancello di casa nostra e l'abbiamo fatta entrare: era tutta insanguinata e non riusciva a respirare. Le uniche parole che ha detto sono state "Chiamate un'ambulanza" e poi: "Stavo studiando. È stato mio fratello"».

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