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Numero chiuso per gli Open bus

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Diciotto milioni di euro l'anno, 80 mila corse, 1,5 milioni di viaggiatori, 53 autobus e 8 operatori. Sono questi i numeri del servizio Open bus di Roma Capitale. Un servizio che aspetta una regolamentazione di Regione e Campidoglio dal 1999. La nuova disciplina era praticamente pronta: licenziata dalla giunta il primo dicembre 2010 aspettava il voto finale dell'Assemblea capitolina. E già, perché al di là del riordino delle paline che occupavano selvaggiamente i marciapiedi del centro, nulla è stato più fatto. Fino a ieri. Il sindaco Alemanno, in qualità di commissario delegato all'emergenza traffico ha firmato un'ordinanza destinata a rivoluzionare il settore. L'ordinanza fissa in 43 il numero massimo di autobus che giornalmente possono circolare all'interno della «unità di rete A», cioè l'area centrale storica della città. Un numero che aumenta fino a 60 nella «unità di rete B», corrispondente all'anello ferroviario. In queste due zone, attualmente sono presenti «sia linee gran turismo che effettuano il servizio in seguito a formali proroghe delle autorizzazioni rilasciate dalla Regione, sia di autorizzazioni concesse dal Comune ad Atac e poi trasferite a Trambus Open, sia quella rilasciata dall'ex dipartimento X alla società Compagnia di navigazione Ponte Sant'Angelo, in scadenza il 29 aprile 2012». L'assenza di una specifica disciplina del servizio e la conseguente impossibilità di regolare e monitorare la circolazione dei bus adibiti al gran turismo, che in modo non coordinato e spesso sovrapposto, hanno avuto come effetto il moltiplicarsi dei pullman turistici con gravi conseguenze su traffico e inquinamento: «L'esercizio non regolamentato del servizio accresce l'inquinamento atmosferico determinando un grave pregiudizio per i cittadini - recita l'ordinanza - tale da rendere improcrastinabile l'adozione di provvedimenti straordinari e urgenti per tutelare la salute pubblica». Per quanto riguarda poi le nuove autorizzazioni, queste dovrebbero essere rilasciate solo dopo l'approvazione del nuovo regolamento da parte dell'assemblea capitolina. Le autorizzazioni dovranno imporre comunque ai concessionari di installare dispositivi satellitari per consentire un puntuale monitoraggio e controllo del servizio, e per le quali saranno premiate le società in possesso di veicoli a basso inquinamento. «Il provvedimento - spiega l'assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma - consentirà di fluidificare la situazione del traffico in alcune zone assai delicate della città, il centro storico su tutte, di preservare il patrimonio storico, artistico e culturale di Roma e di contenere l'inquinamento ambientale». Meno open bus dunque a intasare le strade del centro e, in generale, della città storica. Soltanto un dubbio: come si sceglieranno le linee e i turni da alternare. La 110 Open di Trambus, secondo gli ultimi dati disponibili, conta su ben 22 autobus che effettuano il servizio turistico. Da oggi il massimo di bus consentito è di 43. Chi rinuncerà alle corse?

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