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L'ex Cinema Palazzo a San Lorenzo è stato occupato due mesi fa da Action e da esponenti dei centri sociali

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Lasocietà che lo aveva preso in gestione per aprirci una sala giochi continua a pagare l'affitto dopo averci speso centinaia di migliaia di euro per ristrutturarlo. E la sinistra canta vittoria sostenendo gli occupanti che ogni giorno mandano in scena spettacoli e rappresentazioni teatrali. La storia dell'ex cinema Palazzo in piazza dei Sanniti è singolare. In passato ha ospitato una sala da biliardo e una sala bingo. Quando è subentrata la società Camene spa l'ex cinema era chiuso da alcuni anni. La Camene lo ha preso in affitto dalla società immobiliare Area Domus Srl. A gennaio sono partiti i lavori di ristrutturazione per realizzarci una sala giochi (con macchinette tipo slot-machine) autorizzata dai Monopoli di Stato. Il 15 aprile, quando mancava un mese all'inaugurazione, i militanti di Action hanno occupato. Il presidente della Provincia Nicola Zingaretti si è subito schierato a favore: «Un casinò a San Lorenzo sarebbe un rischio, bisogna far tutto affinché spazi come questo, nel rispetto dei privati e del mercato, possano mantenere intattata la loro valenza sociale». Sono molti gli artisti che sostengono gli occupanti, tra tutti Sabina Guzzanti. La Camene spa respinge l'accusa di volere aprire un casinò: «Il nostro progetto - spiega Nicola Sgarra - oltre alla sala giochi prevede anche uno spazio per cabaret, musica dal vivo, proiezioni di eventi sportivi ed esposizioni». Intanto il leader de La Destra, Francesco Storace, ha presentato un'interrogazione al sindaco per chiedere lo sgombero: «Si tratta di un vero e proprio "esproprio proletario" ai danni di privati cittadini, impedendo il diritto alla proprietà privata e all'impresa economica, per fornire uno spazio gratuito dagli scopi poco chiari di esponenti della politica e del mondo dello spettacolo». A dare man forte agli occupanti è subito arrivato il Pd: «Storace si informi - dice il consigliere regionale Enzo Foschi - sono persone che hanno manifestato il loro dissenso verso chi ha scelto di far nascere un casinò piuttosto che dar vita a un centro culturale e sociale».

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