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Su Atac servono idee e proposte nuove

Uno dei tram che attraversano la Capitale

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Le reazioni alla conferenza stampa di mercoledi scorso e gli esiti del consiglio straordinario sull'Atac di giovedì meritano una riflessione. Userò una metafora sportiva: chi si dice «distinto e distante» non è in partita, è in fuorigioco o si è attardato negli spogliatoi a fare altro. Il sindaco ha giustamente detto che il Piano industriale di Atac sarà «aperto ai contributi». Bene! Offriremo idee e proposte che, partendo dall'analisi del passato, possano dare un contributo serio. L'Atac si può salvare con la mobilitazione dei cittadini, degli utenti, dei consumatori, delle università, delle forze sindacali e imprenditoriali. Da molti mesi organizzo incontri sul tema dei trasporti in cui hanno partecipato autorevoli esponenti dell'opposizione e della comunità cittadina. Sono costretto a citarmi, quanto ebbi modo di dire a marzo: «Le responsabilità dei problemi sono direttamente proporzionali agli anni di amministrazione, per 17 anni su 20 ha amministrato il centrosinistra. Condividiamo una piattaforma con l'opposizione, per lo sviluppo». Il punto è che lo stato di grave crisi di Atac non dipende da «parentopoli» (non sottovaluto gli errori e sarà la magistratura ad accertare la verità), utilizzata dalla sinistra come una specie di condono sul passato. L'eredità degli ultimi 15 anni, che produrrà effetti per i prossimi 5, come ha pesato su Alemanno, peserà sulla città. La conferenza stampa ha voluto rimettere al centro numeri e fatti. Chi a sinistra può difendere la scelta di Ogr? Sembrerebbe nessuno e infatti viene rimossa proponendo la reinternalizzazione delle manutenzioni senza dire che è costato alla città circa 40 milioni di euro. Chi a sinistra non vuole discutere di cross border lease? Sembrerebbe tutti, nessuno è entrato nel merito di una scelta che si chiuderà con un costo di circa 40 milioni di euro. Chi a sinistra non vuole affrontare la grave criticità della manutenzione dei mezzi e la carenza di materiale rotabile? Sembrerebbe tutti, nessuno ha obiettato su date e numeri. «Sembrerebbe», perché riservatamente qualcuno a sinistra, dentro e fuori l'Atac, riconosce come ragionevoli i contenuti e il confronto. C'è ancora da dire e da chiedere sulla bigliettazione elettronica, sulle cessioni immobiliari del passato a partire da quella di Via Volturno etc. Il centrodestra ha sbagliato quando ha scelto la completa discontinuità manageriale e gestionale. I modelli operativi e gestionali del centrosinistra hanno avuto continuità. Mi è stato chiesto perché ora? Sono due anni che scrivo e mi impegno su questi temi e non da eminenza grigia, ma da esponente palese. * Deputato Pdl

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