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Scoperti i travel cheques della piovra africana

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Ilfilo di Arianna è stato un filippino di 34 anni, D.P.G., residente in via Appia. Voleva cambiare i titoli di credito da 500 euro ciascuno all'ufficio cambi di via Gioberti. L'operatore ha notato che qualcosa non andava e ha chiamato il 113. Si sono precipitati i poliziotti delle Volanti, poi gli investigatori del Commissariato Viminale diretto da Carmine Belfiore. Il trucco è presto svelato: gli agenti della squadra investigativa notano differenze sulla stampa litografica e sull'ologramma di sicurezza in argento metallizzato. Da dove vengono quei titoli? Il filippino non parla. Le indagini però riescono a sapere molto, con la conferma finale giunta da American Express, la sigla maggiormente danneggiata da questi sodalizi criminali esperti nel campo della contraffazione. Gli agenti vanno a casa del filippino e scoprono parecchio. Ultimamente l'indagato aveva viaggiato molto in aereo: Israele, Olanda, Stati Uniti, Australia. Mete costose da raggiungere. Così si è arrivati all'altro filo: un'organizzazione criminale con base allargata tra Niger e Ciad, nell'Africa subsahariana. È una piovra che fabbrica i travel contraffatti e poi li distribuisce attraverso corrieri internazionali agli uomini sparsi nel mondo coi quali è stato stretto il legame di malaffare gestito via Internet. Cambiare un titolo falso comporta un guadagno del 75% del valore, il restante va ai balordi africani. L'importo dei titoli varia a seconda delle richieste che fa l'uomo all'estero. È lui infatti che corre il rischio maggiore di essere scoperto ed è lui quindi che deve stabilire il prezzo, la cifra che ritiene sia più facile da cambiare. Il filippino aveva chiesto quattro travel da 500 euro, sperando che la somma non insospettisse. Missione fallita. Fab. Dic.

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