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"La Capitale città ideale per riciclare i soldi"

Roma, veduta dall'alto

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Roma capitale delle mafie. Non solo quelle italiane ma anche quelle estere, tutte presenti all'appello: dalla nigeriana alla sudamericana, dalla romena all'albanese. «Tutte insieme appassionatamente», vivendo in una sorta di «equilibrio trovato». La direzione distrettuale antimafia ha fotografato il nuovo modus operandi delle mafie presenti sul territorio e lancia due allarmi: il Lazio attira sempre più per quanto riguarda il riciclaggio dei capitali illeciti mentre Roma è un «mercato ideale» per la criminalità organizzata in quanto città tranquilla dove «c'è posto per tutti». È il pm antimafia Diana De Martino a fare il punto della situazione durante la seduta della commissione Sicurezza e criminalità della Regione Lazio: «Roma è il centro degli interessi economici - ha spiegato - un mercato ideale per investire i capitale illeciti per il semplice motivo che c'è posto per tutti, ovvero non esiste interesse da parte dei diversi clan a contendersi il territorio. Il riciclaggio non avviene più attraverso i soliti canali ma grazie sia ad appalti pubblici sia a imprenditori collusi che reinvestono i capitali illeciti in attività commerciali o in immobili di pregio». Le mafie si aggiornano, tengono il passo con i tempi ed è sempre più difficile, nonostante nuovi metodi adottati dalle Dda quali la tracciabilità finanziaria per gli appalti pubblici, riuscire a smascherare le loro strutture: «Il loro non è più un modello violento - ha detto De Martino - Le frange più evolute della camorra, della mafia e della 'ndrangheta investono i loro capitali illeciti in canali diversi quali l'imprenditoria e le attività commerciali». Un tessuto imprenditoriale, quello della capitale e del litorale laziale, definito «troppo allettante» soprattutto perché facile da controllare senza ricorso alla violenza: basta soltanto evocarla. «Le organizzazioni criminali non controllano il territorio della Capitale ed è alto il contrasto delle forze dell'ordine contro possibili infiltrazioni», ha invece assicurato il prefetto Giuseppe Pecoraro.

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