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Braccio di ferro sui cortei, Pecoraro fa retromarcia

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Alemanno parla del «mio amico Pecoraro», forse lo fa per cercare di arginare le polemiche che inevitabili si sarebbero scatenate da lì a poco. L'argomento del resto è più che sensibile: i cortei. A lanciare il sasso è stato il prefetto Pecoraro: «La situazione che c'è oggi, a parte l'ultimo corteo dello sciopero generale del 6 maggio, non mi sembra preoccupante e non mi sembra che ci siano tanti cortei. Oggi come oggi un nuovo protocollo non lo considero una priorità». La platea di fronte alla quale il prefetto ha ricevuto la standing ovation è stata quella del convegno della Cgil al Teatro Colosseo. «C'è da parte di tutti - ha poi concluso Pecoraro - il rispetto del protocollo firmato e criticità non ce ne sono state. È ovvio che se ci sussistono manifestazioni non autorizzate ci saranno le denunce dovute». Scontato il plauso dei sindacati così come l'attacco del Pd. «Il prefetto ha ragione - ha commentato il vice presidente della commissione sicurezza del Campidoglio, Dario Nanni (Pd) - altri sono i problemi della città. La sicurezza, il declino economico e culturale, il governo che non sostiene la città, l'incapacità del Campidoglio di costruire un progetto di sviluppo e di futuro per Roma». Alemanno però non molla: «Credo che tutti i cittadini romani vogliano un regolamento più stringente sui cortei, perché si tratta di un problema che rimane aperto e forte in una città soffocata dal traffico che non può sopportare tutte le manifestazioni che ogni giorno bloccano la vita di migliaia di persone». Rincara la dose il presidente della commissione capitolina al Bilancio, Federico Guidi (Pdl) che pone l'accento sull'opportunità di far pagare agli organizzatori dei cortei le spese dei servizi. Il presidente della commissione Sicurezza, Fabrizio Santori chiede se «2050 manifestazioni l'anno non rappresentino una priorità». Ma il fronte dei cortei è talmente caldo che è riuscito a spaccare la stessa opposizione. Il capogruppo dell'Udc, Alessandro Onorato ammette: «Non possiamo permettere che Roma continui a essere ostaggio di cortei e manifestazioni: basta una piccola protesta che la città si ritrova paralizzata dal traffico in tilt. Ha ragione il Sindaco: un nuovo protocollo è prioritario». Questo significa che la maggioranza dei romani e quella dei due terzi di chi li rappresenta chiede nuove regole. Al prefetto dare una congrua risposta.

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