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Il cappellino più matto sfila a Capannellle

Marina Pesci Sbardella al Derby di Capannelle (foto Pizzi)

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Deve aver avuto un sussulto, Roberto Cavalli, che pure non si può dire sia lo stilista del minimal, nell'incrociare certi cappellini in quel dell'ippodromo Capannelle. A Roma, il creatore di moda fiorentino, è arrivato in treno. Giusto il tempo di veder gareggiare al Derby italiano il suo Frankestein (giunto terzo nella seconda corsa della giornata), di partecipare al garden party e di «rifarsi» gli occhi con quei copricapo in versione carnevalesca. Ancora negli occhi i cappellini del matrimonio del secolo tra Kate e William, qualcuna deve essersi ispirata alle esuberanti (e criticatissime) mise delle figlie di Sarah Ferguson e non è voluta essere da meno. Così il derby dell'eleganza s'è trasformato nella fiera del ridicolo, tra fiori esagerati, piumaggi giganti e, persino, enormi teste di cavallo. Parola d'ordine: farsi notare. A ogni costo. Non ha avuto dubbi, quindi, la giuria ad assegnare il Premio eleganza Longines a Cristina Scarpellini (consegnato dal delegato di Alemanno allo Sport, Alessandro Cochi). Sobria e misurata nella scelta del colore dell'abito (un grigio chiaro delicato) e del cappellino in nuance. Per la categoria «Uomini» il riconoscimento è andato invece all'imprenditore milanese Giulio Riva in abito blu (consegnato dall'assessore allo sport della Regione, Fabiana Santini). Soddisfatto il padrone di casa, Tomaso Grassi, presidente di Ippogroup Roma Capannelle. Complice la splendida giornata di sole, al suo garden party sono arrivati in 650. Colorato, non c'è che dire, come solo la capitale sa essere. Tra un gara e l'altra gli ospiti sono stati allietati dalla sfilata organizzata dall'Accademia Koefia. Gli allievi, diretti da Giovanni Di Pasquale, si sono ispirati all'affascinante Liz Taylor nei suoi film-culto, a partire da Gran Premio. In passerella 45 capi realizzati completamente a mano con i cappelli dell'Antica manifattura di Patrizia Fabri e le acconciature di Sergio Valente.

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