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Oggi e domani 380mila alle urne in 44 comuni della provincia

Gli scrutatori preparano le schede in un seggio elettorale

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Tra oggi e domani circa 380 mila elettori dell'hinterland saranno chiamati alle urne per rinnovare sindaci e Consigli comunali di 44 Comuni in provincia di Roma. Una tornata elettorale importante che, sebbene non riguardi direttamente la Capitale o centri grandi come Civitavecchia, Tivoli o Guidonia, investe tuttavia città e paesi strategici dal punto di vista politico. È il caso, ad esempio, di Pomezia (il Comune più importante al voto con oltre 60 mila abitanti e 44.493 elettori), Genzano, Marino, Ciampino e Mentana. Test importanti non soltanto per il governo nazionale, ma anche per le Istituzioni locali. Questa è infatti la prima tornata elettorale della governatrice Renata Polverini dalla sua vittoria alle regionali di un anno fa. Un voto amministrativo che ha visto la presidente del Lazio impegnarsi in prima persona, in alcuni casi - come Pomezia con Maricetta Tirrito - facendo correre propri candidati sostenuti dalla lista-fondazione Città Nuove che fa riferimento direttamente a lei; in altri mettendoci la faccia e scendendo direttamente in campo per sostenere i candidati sindaci del centrodestra - com'è avvenuto ai Castelli a Genzano con Barbaliscia, a Marino con Palozzi, ad Ariccia con Fortini, a Ciampino con la Contestabile o a Mentana con Barbato, tanto per fare degli esempi. Ogni campagna elettorale è una sfida corpo a corpo e Renata, proprio come un anno fa, non s'è sottratta allo scontro. Si è presa gli insulti nella piccola Mosca Genzano (riservati peraltro anche al ministro Giorgia Meloni, rampelliana in prima linea come tutti i «gabbiani»), non ha evitato il tema elettorale più spinoso, la sanità. Anzi, non si è risparmiata visite in Asl e ospedali spiegando agli elettori le scelte del piano di riordino della rete ospedaliera. È chiaro che questo è un test elettorale importante per verificare il gradimento nei confronti dell'amministrazione regionale, specialmente in quei Comuni dove i tagli alla sanità hanno inciso di più: ai Castelli e in provincia di Frosinone, ma anche in quelle di Rieti e Viterbo. Sarà interessante vedere come e quanto tutto ciò inciderà sul voto e come ne uscirà la Polverini, che dovrà anche verificare la tenuta con gli alleati di maggioranza. La scelta di far correre autonomamente Città Nuove non è piaciuta affatto al Pdl e non manca chi non esita a definire lo sgarro un vero e proprio tradimento politico. Anche perché nel Pdl le beghe non mancano, come testimoniano i casi di Subiaco (due candidati sindaci esponenti degli ex An Francesco Lollobrigida e Tommaso Luzzi) e Pomezia (quattro ex Forza Italia vicini ad Alfredo Antoniozzi e Antonio Paris hanno presentato una lista, Forza Pomezia, in sostegno del sindaco Pd uscente De Fusco e in aperto contrasto col candidato Pdl Luigi Celori). Tutta da definire poi è la posizione dell'Udc, maggioranza determinante in Regione (senza i sei consiglieri centristi non esisterebbe praticamente maggioranza alla Pisana), opposizione in Campidoglio e con le mani libere in questa tornata amministrativa dove la politica dei due forni sembra farla da padrona. L'Udc appoggia il Pdl a Marino (Palozzi), Genzano (Barbaliscia) e Colleferro (Cacciotti); esprime un candidato sindaco (Lodi) a Mentana dov'è alleato con il Pd; va da solo con il Terzo Polo ad Ariccia (Di Felice) e Pomezia (Puggioni). Già, queste saranno anche le prime elezioni per il Terzo Polo. Udc, Fli e Api non sempre si presentano unite, ma lo sono nei Comuni più grandi. Prove tecniche per le elezioni nazionali? Mica tanto: a Marino il Terzo Polo appoggia il Pdl Palozzi, mentre a Mentana e Ariccia corre da solo. Tante le sfide in bilico, dove a rimetterci potrebbe essere soprattutto il centrosinistra. I casi di Pomezia, Genzano, Mentana, Colleferro, Valmontone raccontano di un Pd in crisi di nervi e identità, dove più che i progetti contano i potentati locali. Larga parte della base storce il naso nei confronti delle scelte - spesso senza primarie - di Astorre e Carella - che molti dicono avallate dal presidente della provincia Zingaretti - e la discesa in campo di tanti big (Chiti, Finocchiaro, Gasbarra tra gli altri) potrebbe non bastare a rimarginare ferite che potrebbero sanguinare ancora il 24 giugno quando si riunirà l'Assemblea Regionale convocata dal commissario regionale Chiti per (cercare di) eleggere il nuovo segretario regionale. Proprio Zingaretti è l'uomo che ha più da guadagnare - o da perdere, dipende - dalle amministrative, che, a due anni dal voto nazionale e per il Campidoglio, rappresentano una sorta di elezioni di mid term. Un successo in provincia lo candiderebbe quasi d'ufficio a sfidare Alemanno, a ben guardare l'unico non toccato dal voto di oggi e domani.

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