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«Noi vittime di sosta selvaggia e parcheggiatori abusivi»

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Manessuno finora ha filmato il pericoloso slalom che sono costretti a fare gli autisti della linee 870 e 115, gli autobus che passano davanti al Bambino Gesù, l'ospedale pediatrico assediato dai parcheggiatori abusivi. «Per carità, comprendiamo che è un ospedale di bambini ma c'è una confusione incredibile. Noi siamo tolleranti - dicono alcuni autisti - ma vogliamo anche la tolleranza nei nostri confronti perché viviamo in una città che non ha regole, dove la segnaletica stradale è un optional, c'è e non c'è è la stessa cosa, l'abbiamo scritto anche ad Alemanno». Sulle mille curve del Gianicolo c'è di tutto. «Ormai non è più una passeggiata per turisti ma un parcheggio selvaggio dal lunedì al sabato». E per gli autisti Atac la vita è durissima. «Dobbiamo affrontare la condizioni avverse della sosta selvaggia coniugandola con la sicurezza dei passeggeri che devono salire e scendere alle fermate occupate dalle auto. Per le donne con i passeggini è quasi impossibile». I divieti sono ignorati. «Esiste una segnaletica stradale che indaca la rimozione delle auto in divieto di sosta permanente, sempre violata dai parchggiatori abusivi che l'autorizzano tramite ricompensa. Nessuno controlla - continuano a raccontare - Lasciano correre. Facendo ricadere sempre la colpa sul senso di responsabilità degli autisti che fanno i salti mortali per portare avanti il servizio». Succede pure che alla fine si prendano le colpe. «Sistematicamente - dicono - è la regola. Siamo costretti a invadere la carreggiato opposta perché quella di marcia è occupata dalla sosta selvaggia. E se succede un incidente la colpa è di chi ha superato la linea continua». E questo non è giusto. «Eppure a Roma avviene sempre. E non solo sulle mille curve del Gianicolo - dicono - tutta Roma è così». Per gli autisti parlare di sicurezza solo per una telefonata fa ridere. «L'altro giorno c'era il dirigibile della Goodyear che pubblicizzava la sicurezza sulle strade. Tutto bello ma alla fine si riduce ad uno spot». Insomma «noi viviamo in una città incivile, la gente sale sull'autobus e fa quello che vuole, trasgredisce tutte le regole del trasporto pubblico dal rispetto delle porte di salita e discesa, alla timbratura dei biglietti. Salgono persino con materiale che mettono a rischio l'incolumità dei passeggeri. È quello che viviamo noi giornalmente e questo stato di cose aumenta lo stress di un lavoro riconsociuto usurante». G. M. Col.

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